Una voce

Note originali dall’LP Fonit, qui riproposto con l’originaria veste grafica del 1974.
"Dopo molti anni di assenza[…] Claudio Villa è tornato in televisione per interpretare uno show intitolato “Una voce”. E questo 33 giri comprende le registrazioni “dal vivo” dei brani che il cantante romano ha riproposto durante le quattro trasmissioni.Mentre scrivo queste note, leggo su un giornale della imminente pubblicazione, anche in Italia, di un microsolco, “Il miracolo di una voce, registrato da Giacomo Lauri Volpi all’età di ottantadue anni! Fra il disco del tenore di Lanuvio e quello di Claudio Villa esiste una certa affinità: parlano entrambi di “voce” e non di cantante. La voce, in un certo senso, viene considerata come un fatto quasi soprannaturale, un dono misterioso che vive una propria vita senza necessità di mediazioni umane e terrene. Ed in effetti lo show di Claudio Villa e questo stesso disco sembrano suggerire che ormai il discorso da fare su Claudio Villa è uno ed uno soltanto: quello sulla sua voce […]. Qui Claudio Villa offre un altro esempio della sua duttilità e versatilità affrontando un multiforme repertorio, e spesso addirittura contrastante. Il disco è a più facce, poliedrico: agganciato a stili differenti, approda a lidi musicali diversi. Naturalmente il marchio di fabbrica è sempre quello che da anni contraddistingue una produzione di altissimo livello: è il sigillo vocale di Claudio Villa. Ma questa volta il prodotto ha sapori e gusti diversi, per tutti i palati, anche per quelli più esigenti.Non mancano, peraltro, due precisi momenti musicali: la canzone napoletana e la canzone romana. Per un cantante che ha sempre difeso i diritti della canzone italiana, l’omaggio alle melodie partenopee (Marechiaro; I’ te vurria vasà; Napule ca se ne va; ‘O surdato ‘nnammurato; Torna a Surriento) era d’obbligo: la canzone napoletana è la radice e la linfa della nostra vera canzone. Alla canzone romana, poi, Claudio Villa è legato anche per motivi topografici essendo nato a Trastevere, nel cuore cioè della vecchia Roma. E Roma è rievocata con Com’è bello fa’ l’amore quanno è sera; Roma forestiera; Quanno a Roma ‘na maschietta te vo’ bene; Gira e fai la rota; Tanto pe’ canta’, il celebre “stornello” petroliniano di cui Claudio Villa offre una suggestiva interpretazione “di voce”.Ma grazie alla sua duttilità, Claudio Villa affronta anche il repertorio della canzone italiana di oggi, forzando – con un’azione”da commando” – perfino la “riserva di caccia” di Mina e di Lucio Battisti […] E dopo un rapidissimo omaggio all’operetta (Tu che m’hai preso il cuor, dal “Paese del Sorriso” di Franz Léhar), Claudio Villa parte per un personale giro del mondo in musica. E propone, in lingua originale, le canzoni: If I were a rich man (Se io fossi un uomo ricco), dal film “Il violinista sul tetto); Strangers in the night (il celebre tema lanciato da Frank Sinatra); Le jour où la pluie viendra (un successo di Gilbert Bécaud uscito diversi anni fa); El relicario (un sempreverde della canzone spagnola); Nono, dobri moj nono (“Il tuo mondo”, con la quale Claudio Villa vinse, nel 1969, il Festival di Spalato)".