valanga di energia, di immediatezza, di semplicità, di puro, rude, schietto rock'n roll anni'70. Solo che è uscito nemmeno un anno fa( e - oserei azzardare - se fosse uscito trent'anni fa, sarebbe un classico). Tre ragazzi australiani poco più che vetenni che con una naturalezza disarmante suonano pezzi che potrebbero essere stati scritti dai Black Sabbath o dai led Zeppelin - addirittura una canzone come Witchcraft è un chiaro riferimento all'andersoniano flauto dei Jethro Tull. Eppure non si lasciano sfuggire quel tocco di modernità in stile Queens Of The Stone Age. Un album di puro divertimento, di chitarre possenti, di atmosfere vintage. Se consideriamo che i Wolfmother sono al debutto sembra naturale chiedersi cosa potremmo aspettarci per il futuro. Forse i miei sono toni fin troppo entusiastici, ma questo è assolutamente un album da ascoltare - e chi l'ha già ascoltato potrebbe obiettare che "non sono innovativi", che "sanno di già sentito", che "copiano dai Black Sabbath". Ammetto che sono tutte critiche corrette, ma è altrettanto lecito far notare che sono quarant'anni che i vari gruppi e gruppetti scopiazzano qua e là dai Black Sabbath e dai Led Zeppelin (in Italia abbiamo Le Vibrazioni di dichiarata ispirazione zeppeliniana...), ma raramente abbiamo ascoltato un album di questo calibro, così emozionante, trascinante, coinvolgente.
