Yield

L’ultimo forse grande album dei Pearl Jam, un disco meno “sperimentale” rispetto a Vitalogy e a No Code, ma costituito da ottimi pezzi. Ci sono ballate tese e forti come “Faithful” o “Given to Fly” dove la voce di Eddie Vedder, ispirata, epica e quasi profetica dà i brividi, come pure nella più intima “In Hiding”. C’è poi la scattante “MFC”, l’aggressiva “Do The Evolution” e la potente “Brain Of J”. La chiusura è affidata a “All Those Yesterdays”, quasi una ninnananna costruita su un ipnotico giro di accordi. Da avere.

Un decennio dopo il clamoroso successo del loro esordio (ma Ten è stato un album inarrivabile) questo Yield ne testimonia la vitalità ed è un ottimo album: un acquisto certamente consigliato. Le cose che io preferisco sono il genere di ballate tese e forti come Faithful oppure Given To Fly dove la voce di Vedder, ispirata, epica e quasi profetica mi dà i brividi, come pure nella più intima In Hiding. C’è poi la scattante MFC, che ci porta dritti sulla strada senza fine della foto in copertina (out of reverse into drive / off in the sunset she’ll ride); e mi piace anche Do The Evolution, una screaming song al sapore di garage, aggressiva e potente come pure la Brain Of J in apertura. Invece in chiusura All Those Yesterdays è quasi una ninnananna (splendida) costruita su un ipnotico giro di accordi e certe sfumature che mi rimandano a John Lennon del periodo post-beatles, con una curiosità nella coda dove è “nascosto” uno strumentale dalle inflessioni vagamente balcaniche. Infine la parte grafica, dove Yield si fa riconoscere in copertina per il cartello stradale a triangolo rovesciato (to yield, cioè dare la precedenza in inglese) che emerge dal nulla degli spazi americani, ritagliato a coincidere con l’altro all'interno, che esce dal mare. Bene la confezione in cartoncino a libro che non fa rimpiangere gli LP e l’essenzialità nero-minimalista del libretto; qui però avrei preferito maggiore chiarezza di lettura: la successione dei testi non corrisponde a quella dei brani audio e i testi sono spesso ridotti a poche frasi, persino una sola (No Way; Pilate) o nessuna (In Hiding). È un piccolo difetto che non sminuisce l’importanza di questo disco.