Il 1913 è l’anno che precede quello dello scoppio del primo conflitto mondiale ed è anche l’anno in cui finisce la Belle Époque, quel periodo di inebriante vivacità in cui tutto sembrava possibile e che sarà spazzato via dalla Grande Guerra. Florian Illies, un giovane storico dell’arte tedesco, ha voluto ripercorrere il 1913 dal primo gennaio al 31 dicembre, elencando, in ordine cronologico (l’opera è divisa in tanti capitoli quanti sono i mesi) vicende, notizie, anche chiacchiere che si susseguono, soprattutto in Europa, e che hanno come protagonisti artisti, letterati e scienziati. Ci sono personaggi dall’improvvisa ed effimera apparizione e altri invece che l’autore seguirà per tutto l’anno, in un turbine, peraltro ben ordinato, di accadimenti anche di modesta rilevanza, ma che sono utili per comprendere meglio il carattere di chi ne è parte. Se l’aspetto storico è predominante, ciò non evita di lasciare spazio a una innocente fantasia e che vuole essere anche tale nelle intenzioni di Illies, come quando lancia l’ipotesi che Stalin e Hitler, entrambi presenti a Vienna in quel periodo e amanti di lunghe passeggiate al parco di Schönbrunn abbiano avuto magari l’opportunità di incrociare i loro passi, in pratica di vedersi, proprio loro protagonisti e nemici nella storia del secondo ventennio del secolo scorso. Sono tanti i personaggi che si affacciano sulla scena e del resto non si deve dimenticare che la Belle Epoque fu un periodo proficuo per le arti e per la scienza e così sul palcoscenico si affacciano Freud perennemente in lite con Jung, il timido Franz Kafka, uno scrittore che scopre una sua naturale inclinazione sessuale, vale a dire Thomas Mann, uno spiantato irlandese che vive dando lezioni di inglese a Trieste e che risponde al nome di James Joyce, Robert Musil, che perde il posto da bibliotecario per un accertato disturbo mentale, ma che così avrà tanto tempo a disposizione per poter scrivere “L’uomo senza qualità”, Gabriele D’annunzio, in perenne fuga in quanto inseguito dai creditori, e una miriade di artisti, di intellettuali che qui sarebbe impossibile anche solo nominare. Gli episodi, gli aneddoti sono innumerevoli e hanno il pregio di essere descritti dall’autore con leggerezza e ironia, il che rende la lettura per nulla affaticante e particolarmente gradevole. Si potrebbe anche dire che Illies mescola abilmente il sacro al profano, arte e pettegolezzi salottieri, grande storia e particolari di miserie vissute da grandi protagonisti del secolo nel bene e nel male. Ne esce un campionario di varia umanità, capace di far rivivere un’epoca, anzi la Bella Epoca, quella che da lì a poco, nel corso dell’anno successivo si sfalderà con le prime carneficine sui fronti occidentale e orientale, con quella tempesta di fuoco e di acciaio che strapperà le illusioni dell’umanità, richiamandola brutalmente a una realtà di lacrime e sangue. Ci si domanda solo se il 1913 sia stato un anno particolare, un anno da ricordare per qualche cosa di eccezionale e la risposta è che fu solo l’anno prima della tempesta, l’ultimo anno della Belle Époque . Da leggere, ne vale la pena.
Il 1913 è l'anno chiave del ventesimo secolo, dove nulla sembra impossibile, l'anno in cui ha inizio il nostro presente. Tanto la letteratura quanto l'arte e la musica sono ancora estranee alla perdita dell'innocenza che l'umanità avrebbe sperimentato di lì a poco, con lo scoppio della prima guerra mondiale. In questo affresco, Florian Illies rende vivo un anno che racchiude in sé un momento di massima fioritura e il preludio dell'abisso. Così l'incontro con Felice Bauer libera la potenza creativa del trentenne Franz Kafka; Stravinskij e Schönberg danno scandalo con le loro composizioni; a Milano fa la sua comparsa il primo negozio di Prada; Marcel Duchamp avvitando la forcella rovesciata di una ruota di bicicletta su uno sgabello da cucina compie la grande rivoluzione concettuale del Novecento; Sigmund Freud e Rainer Maria Rilke passeggiano per le vie di Monaco; un arguto quindicenne di nome Bertolt Brecht scrive su una rivista studentesca ad Ausburg ed Ernst Ludwig Kirchner dipinge la sua personale visione di Potsdamer Platz a Berlino. E a Monaco, in Baviera, un uomo venuto dall'Austria colora cartoline illustrate cercando di vendere le sue ingenue vedute della città. Si chiama Adolf Hitler.
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Renzo Montagnoli 04 aprile 2018
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Claudia Sancasciani 23 novembre 2016
1913 non è solo il riferimento all'anno prima della guerra. Quello fu anche un anno in cui personaggi di spicco (chi lo è già e chi lo diverrà maggiormente)si muovono, costruiscono le loro vite degne di nota. Così vediamo Kafka intento a scrivere le sue lettere d'amore a Felice, Rilke spesso malaticcio, Musil nevrastenico, Trackl geloso della sorella, Fred e Jung che stanno per "incrociare le spade". Questo libro è un contenitore di mille storie avvenute nel 1913, un anno che così possiamo guardare anche con occhi diversi.
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