1Q84. Libro 1 e 2. Aprile-settembre

Quando finisci di leggere 1Q84, non puoi dimenticarti di quello che hai vissuto. Il racconto entra a far parte di te, come se anche tu avessi sceso la rampa di scale all'inizio del racconto assieme ad Aomame, donna glaciale dall'equilibrio in realtà fragilissimo che senza saperlo si incammina verso una strada che sarà di vita o di morte (questo starà a lei deciderlo). Assieme a lei, in parallelo, camminerà anche Tengo, protagonista meno appariscente ma ugualmente denso, perso nel tentativo di scrivere il romanzo perfetto. Tra i due, molte vite di personaggi secondari che animano la trama con onde impetuose: una ragazza bellissima e silenziosa, dai modi che la fanno quasi sembrare un automa; una signora disillusa che lotta per la sua personale giustizia; un leader quasi onnisciente di una setta fanatica. Seppure in alcuni punti la prosa di Murakami risulti ridondante e un po' affaticata, al Maestro si perdona tutto: quello che ha da dirci è troppo importante.

Bisogna leggere Murakami almeno una volta nella vita. Dopodiché, non si smetterà mai più di farlo. Murakami è uno scrittore coinvolgente e che sa emozionare il suo lettore, sa trascinarlo in mondi paralleli al nostro e in qualche modo magici, proprio come in 1Q84. Aomame e Tengo insegnano che è difficile stabilire quale sia la realtà e cosa sia tangibile o meno, ci ricordano il valore relativo che diamo a ciò che ci circonda. Le corrispondenze del loro ricercarsi aprono la strada a un viaggio che è prima di tutto interiore, nella migliore tradizione dei romanzi di formazione. La potenza dell’amore, poi, diventa qui uno strumento per superare i confini geopolitici e dimensionali, a unire in sintonia le due diverse voci narranti che presentano questa storia. Con un ritmo incalzante e una trama visionaria e onirica, questo libro (che rappresenta la parte 1 e 2 della storia) è in grado di emozionare e far riflettere sul mondo in cui viviamo – e sui mondi in cui non viviamo ancora.

Aomame conosce la violenza e l’omicidio, Tengo l’impossibilità di darsi un’identità stabile. Ed è lì che essi ritrovano la realtà di cui solo la grande letteratura ha svelato la natura distopica e disorientante: c’è un entità misteriosa che sovradetermina la trama delle nostra vite, come ne “Il castello” di Kafka rappresentata nel libro dalla setta misteriosa attorno a cui le sorti di tutti finiscono per gravitare. Ma non esiste più il Grande Fratello della celebre distopia orwelliana e il 1984 è diventato 1Q84, dove la q maiuscola rappresenta il grande interrogativo sulla peculiarità metamorfica della contemporaneità ove non esiste più l’assolutizzazione di una qualche verità e dove la presenza corporale si confonde con quella virtuale. Ma è comunque la sola realtà che noi possediamo, il labirinto di forme che solo la letteratura, fin dai tempi del multiforme Odisseo omerico, ha saputo imprigionare con il suo sguardo tentacolare.