Chi ha vissuto l’alba degli anni 2000 ha ben in mente il significato dell’espressione “Millenium bug” che portò ansia e preoccupazione diffusi tra la società. Carly vive questo momento storico trovandosi in una sorta di limbo esistenziale. La sua vita è giunta a un punto focale e lei si sente ferma mentre tutto il mondo va avanti. Persino la tecnologia sta compiendo passi da gigante, si stanno diffondendo i primi cellulari e le agende elettroniche, e lei, invece, cosa sta facendo? Nulla. Ha un lavoro che detesta, un appartamento piccolissimo e insignificante, poca vita sociale, fatta eccezione per gli incontri con le amiche di sempre, e nemmeno l’ombra di un partner. La scelta di tornare sui propri passi e di ripercorrere le vicende amorose che hanno contraddistinto la sua esistenza può apparire per certi versi sciocca, l’ultima spiaggia prima di abbandonarsi a un destino di solitudine. Tuttavia, una logica dietro a questa scelta c’è: Carly vuole dimostrare a se stessa che si può tornare sui propri passi, crede nelle seconde occasioni ed è pronta a dimostrarlo. Inutile dire quanto l’impresa si rivelerà complicata, non mancheranno incidenti di percorso e imprevisti che la porteranno a indebitarsi sempre più con le società delle carte di credito che possiede. Il romanzo è suddiviso in due parti: nella prima seguiamo Carly in gioventù, quando ha conosciuto ciascuno dei suoi ex; nella seconda l’accompagniamo durante i suoi viaggi e le “simpatiche” rimpatriate. Tutti gli avvenimenti sono narrati con uno stile semplice e scorrevole, tuttavia, a mio parere, dopo un po’ la narrazione diviene ripetitiva e a tratti noiosa. Nonostante il grande dinamismo, si avverte una sensazione di stallo, è come se si seguisse un copione prestabilito, ci si aspetta già quale personaggio s’incontrerà nel capitolo successivo. Molto carini risultano i riferimenti agli show televisivi, alle canzoni e alle mode dell’epoca che creano l’effetto amarcord sempre molto apprezzato.
