A mio padre
Quanto contino le figure dei genitori per i figli è esperienza comune tanto che ne avvertiamo la mancanza anche da adulti. Non sono pochi i figli che ne affidano la memoria ad un libro in segno di gratitudine e di appartenenza. Meno solito è il caso della nostra autrice che decide di parlarne dopo settanta anni dalla scomparsa senza un ricordo personale. Non un gesto, un sorriso, una parola, solo qualche foto sbiadita che rimanda la figura di un bell’uomo dal sorriso mite e i tratti regolari, e poi il racconto della mamma e di qualche parente. Chiunque abbia avuto la sventura di perdere troppo presto il papà, sa che è una mancanza incolmabile, che nessun’altra relazione umana può sostituire. Ma ecco che inaspettata, improvvisa una struggente nostalgia ce ne fa avvertire la vicinanza e non di rado riempie gli occhi di lacrime. È come se la presenza rimanesse nel nostro intimo anche senza la nostra consapevolezza.
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Anno edizione:2024
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