Libro da leggere sicuramente in chiave critica... La Argentieri è stata davvero brava nel cogliere alcune sfumature psicologiche e non sulla tematica. Avrei preferito un maggiore approfondimento su alcuni argomenti: transessualità e famiglie. Nel complesso è molto interessante e fornisce molti spunti di riflessione, sia per coloro che conoscono l'argomento, sia per coloro che invece vogliono approcciarsi ad esso.
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Di recente la mentalità comune e la stessa condizione sociale degli omosessuali sono largamente mutate in senso positivo; ma non è una trasformazione profonda. Persistono i vecchi pregiudizi ai quali si aggiungono nuove confusioni ed equivoci, compresi paradossalmente quelli dei diretti interessati. A smontare i luoghi comuni e gli errori, tra omofobìa e ipocrita tolleranza, ci può aiutare la psicoanalisi: omosessualità - come eterosessualità - dicono ben poco della organizzazione psicologica di una persona. Dietro ci può essere di tutto, dalla patologia alla normalità. La prova del nostro equilibrio non è il genere sessuale del partner, ma la qualità del rapporto che siamo in grado di costruire.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Federica Ammendola 26 novembre 2016
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Danilo La Banca 05 novembre 2016
Brevissimo "saggio" dagli spunti e dalle riflessioni interessanti; alcune, soprattutto, e non sono poche, sono degne di nota e meriterebbero di essere approfondite reperendo altri testi di cui, però, ne andrebbe verificata l'attendibilità. Resta, questo, comunque un buon contributo, ideale per chi cerchi un'introduzione al fenomeno dell'omosessualità trattato in maniera problematica e critica, senza perdere di vista le non così lontane bisessualità ed eterosessualità; ne risulta, nel complesso, una posizione piuttosto neutra da parte dell'autrice, che introduce, come nessuno mai fa attraverso i mezzi mediatici più accessibili al "grande" pubblico, all'individuazione e allo studio delle varianti della condizione omosessuale, nelle sue diverse sfumature, dalle psicopatologie alla "normalità" o a quel "tanto di normalità" a cui si può far riferimento; non mancano, inoltre, chiaro che si tratti di accenni da approfondire, riferimenti alle neo-sessualità e alle parafilie, senza esaltarne le forme estreme e che pecchino nella loro determinazione o autodeterminazione; si sarebbe potuta evitare la parte conclusiva sull'omosessualità nel mondo dello spettacolo, aspetto che sarebbe dovuto esser trattato diversamente ma che avrebbe richiesto molto impegno e più pagine. Il "saggetto" desta ancora più curiosità se vi si ritrovano frammenti della propria esperienza, premettendo che bisogni accostarsi ad esso senza pregiudizi ed essere anche disposti a mettere in discussione alcune convinzioni generate da meccanismi rinvenibili, benché non trattati approfonditamente, nel contributo stesso della Argentieri.
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