Acheronta movebo - Pierluigi Lanfranchi - copertina
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Acheronta movebo
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Descrizione


Autunno 1939. In un piccolo paese delle valli bergamasche giunge una misteriosa donna tedesca. Prende in affitto una stanza nella casa di una signora del posto, la nonna dell’autore. Si chiama Franziska, è sola e spaventata. Ma chi è, davvero, quella donna? Di cosa ha paura? E chi è Charles Maylan, il fidanzato che dall’America le spedisce medicine, soldi e dischi su cui è registrata la sua voce? A partire da queste domande, e da pochissimi indizi, ha inizio un’indagine tra Italia, Germania, Svizzera e Stati Uniti, un viaggio che ricostruisce la storia di una coppia testimone dei momenti più drammatici del secolo scorso: l’avvento di Hitler, il terrore nazista, la persecuzione, la guerra. «Se non posso piegare gli dèi superni, muoverò l’Acheronte»: Freud – di cui Maylan fu allievo e avversario – volle questo verso dell’Eneide come esergo dell’Interpretazione dei sogni. Anche quello che qui si racconta è un attraversamento dell’Acheronte, una discesa nel regno dei morti per recuperare due esistenze fagocitate dalla storia.

Dettagli

2 novembre 2017
223 p.
9788832821390

Valutazioni e recensioni

  • E' una sorpresa questo libro di Pierluigi Lanfranchi. E' difficile ascriverlo ad un unico genere: non e' un romanzo, non e' (solo) il resoconto di una ricerca storica, non e' un saggio psicologico, ma contiene elementi di questi ed altri generi. L'autore, coltissimo, riesce a far convivere e legare insieme in una prosa di rara eleganza la storia della sua famiglia, il dibattito intorno alla psicoanalisi, il dibattito intorno all'integrazione delle comunita' ebraiche nella societa' tedesca di fine diciottesimo secolo, l'impatto psicosociale del totalitarismo nazista. Il filo conduttore e' la vicenda misteriosa di Franziska, a cui l'autore e' legato da un imperativo etico che diventa destino: "La memoria e' il racconto con cui diamo un senso alla nostra esperienza, selezionando, condensando, alterando e soprattutto dimenticando i fatti della vita. La memoria e' combinazione di ricordo e di oblio. Negli anni della sua vecchiaia Franziska deve aver sentito che la parte di oblio stava guadagnando terreno sulla parte del ricordo. Ha percio' deciso di scrivere le sue memorie perche' quello che abbiamo scritto e' tutto cio' che resta della nostra vita quando la vita finisce. Lo ha fatto dopo la morte di Charles, quando la sola persona con cui poteva condividere ricordi comuni, non c'era piu'. Per chi ha scritto quelle pagine? Un pensiero assurdo, ma chiaro come una certezza mi aveva attraversato la mente mentre leggevo la storia di Franziska: le aveva scritte per me, le aveva scritte perche' io partissi alla sua ricerca, perche' io la ritrovassi."

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