Acqua tinta
Dolce la vita, nella città di Palermo di fine Settecento, detta La Felicissima. Dolce soprattutto se protetti dalla nobiltà, come il medico letterato Giovanni Meli, stimato per il suo sapere, ammirato per i suoi poemi, idolatrato dalle più belle dame dell'alta società cui dedica molti dei suoi versi. Un po' meno dolce se ci si trova all'estremo opposto della scala sociale, come la giovane Rosalia, tanto bella di tratti e altera di modi da essere chiamata La Principessa nell'infimo quartiere in cui vive. Due distinte esistenze, due diversi destini, che però per un breve tratto si incrociano, perché Rosalia, spinta dal desiderio di affrancarsi dalla povertà che vive come una condanna, si rivolge ai servigi di una vecchia che ha fama di strega, e Giovanni Meli verrà a sua volta coinvolto nella vicenda come medico. Al centro di tutto, un'acqua misteriosa, dotata di proprietà devastanti, e un certo numero di morti poco chiare, tutte di povera gente, che non interesserebbero a nessuno se non fosse che, in seguito a una denuncia, la vecchia comincia a parlare, svelando segreti, rivendicando complicità. Basato su personaggi realmente esistiti e situazioni storicamente accertate, questo romanzo dipinge un intero mondo, quello di una società raffinata e di grande fascino, ma chiusa, basata sul bene di pochi, e tuttavia già percorsa da inquietudini sotterranee che preludono alla nascita di una nuova era.
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Anno edizione:2010
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