Le acque torbide di Javel - Léo Malet - copertina
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Letteratura: Francia
Le acque torbide di Javel
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Descrizione



Tra atmosfere grottesche e inquietanti coincidenze che rivelano ricatti meschini e torbide dinamiche sociali si scatenerà una partita mortale che farà luce sul disagio degli ultimi e irromperà senza pietà negli equilibri della tranquilla borghesia francese.

«Maestro del noir, Malet è giudicato, non a torto, migliore di Simenon» - Corrado Augias

«Lo stile di Malet è quello dell’unico vero maestro del polar» - Gianni Mura, La Repubblica

Dicembre è insolitamente mite a Parigi, ma Hortense Demessy non riesce ad assaporarne la dolcezza: Paul, il suo compagno, ex senzatetto e ora operaio metalmeccanico, è scomparso all’improvviso dall’appartamento in rue de la Saïda lasciandola incinta e senza un soldo. Disperata, la donna chiede a Nestor Burma, investigatore privato e noto tombeur de femmes, di ritrovarlo, in nome dell’amicizia che li ha legati in passato. Per Burma la scomparsa di Demessy diventa subito una questione di principio, che lo porterà a vagare per l’intero quartiere, tra lo stabilimento Citroën, il Bal Nègre di rue Blumet, il café di rue Payen e il pont Mirabeau finché non troverà la chiave di questa intricata vicenda in uno squallido bar-pensione gestito da arabi con pochi scrupoli e molte cose da nascondere. Attorno alla misteriosa scomparsa di Paul ruotano tre donne: Zorga-Tinea, la sensitiva di origine maghrebina che esercita nei pressi del Vel’d’Hiv, Wanda, l’enigmatica e bellissima bionda di place de Breteuil, e Jeanne, ventenne dall’atteggiamento spregiudicato che scandalizza l’anima delle case popolari. Ognuna di loro cela un arcano e tutte e tre sono legate da un prezioso oggetto e un inebriante profumo che si confonderà con l’olezzo dei cadaveri e l’odore dei soldi.

Tropes e temi

Dettagli

25 febbraio 2016
171 p., Brossura
Les Eaux troubles de Javel
9788876259470

Valutazioni e recensioni

  • Come dice Augias non c'è solo Maigret in tema di giallo ad utilizzare certe ambientazioni e certe atmosfere. Che però Malet sia addirittura migliore a mio avviso non è vero mai: sicuramente più leggibile ed a tutto tondo, ma non raggiunge la profondità romanzesca di Maigret. Ciononostante il giallo è ancora più giallo e non manca di tratteggiare una Parigi d'annata in modo molto godibile.

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Foto di Léo Malet

Léo Malet

1909, Montpellier

Léo Malet, l’anarchico conservatore, come amava definirsi, è uno dei padri del romanzo noir francese. Nato al numero cinque di Rue du Bassin, a Montpellier, figlio di una sarta e di un impiegato, rimane prestissimo orfano. È il nonno, bottaio e grande lettore, che si prende cura del nipote e lo inizia alla letteratura. A sedici anni Léo Malet si trasferisce a Parigi in cerca di fortuna. Determinante è l'incontro con André Colomer, disertore e pacifista: Colomer gli dà una famiglia e soprattutto lo introduce in ambienti anarchici. In questo periodo Malet collabora anche a vari giornali e riviste («En dehors», «Journal de l'Homme aux Sandales», «Revue Anarchiste»). A Parigi abita in molti posti, anche...

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