Acrobeati
«Con "Acrobeati", Vito Bonito ci consegna uno fra i suoi volumi più potenti e stranianti. La sua scrittura ci trasporta in un’oscura commedia in cui le epoche più distanti dalla nostra consapevolezza vigile, ovvero le voci dell’infanzia e dei morti, affiorano in una continua danza macabra che si agita senza tregua sulle pagine di questo volume. La poesia di Bonito è mossa da un’esigenza di umiliazione della lingua italiana che solo ad un primo sguardo può apparire dissacrante; in realtà, muove da una radicale incapacità del poeta di abitare la lingua spietata e autoritaria dell’uso quotidiano: in ogni pagina, fra solecismi, storpiature e trascrizioni parafonetiche, è come se il lettore fosse chiamato a imparare nuovamente ad avere accesso alla parola, senza mai potersi dire padrone del linguaggio di cui restiamo radicalmente ospiti in transito, esposti e fragili come le corolle dei papaveri evocati in più punti del volume. Avanzando fra le grottesche rovine della scrittura e dei suoi significati, la poesia di Bonito approda ad una più arcaica forma di pietas, non per gli umani, ma per l’accadere stesso del miracolo vocale del nome: "siamo niente/ dove niente si posa"» (Tommaso Di Dio)
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Anno edizione:2023
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