Ennesimo capitolo della saga del tenente Stride. Questa volta il libro comincia con un flashback sul passato che consente di approfondire un po' di più il personaggio di Cindy. La storia è particolarmente articolata e ricca di colpi di scena. La cosa che mi sorprende di più di questo autore è la sua capacità di concludere in modo mai banale e di lasciare al lettore fino alla fine il dubbio su come si siano realmente svolti i fatti. Avendo concluso la serie di Stride sono già passato all'altro filone con Cab Bolton ("Il dubbio") e devo dire che non sono rimasto per niente deluso. Ma questa è un'altra recensione...
Ai morti non dire addio
Dopo la morte di sua moglie Cindy, portata via da una malattia terribile, l'esistenza del detective Jonathan Stride è andata in mille pezzi. E anche se oggi, nove anni dopo, accanto a lui c'è una nuova donna, Serena, il fantasma di Cindy non ha abbandonato la sua casa, e la sua testa. Non è il solo: perché il passato è in agguato in modi ancor più tortuosi e imprevedibili per Stride. Serena, infatti, per caso ritrova una pistola che viene poi identificata come l'arma di un vecchio delitto, avvenuto tempo prima, in una strada della cittadina di Duluth. Ciò che Serena non sa è che quel crimine è strettamente connesso con gli eventi che segnarono l'ultimo anno della vita di Cindy: un omicidio di cui fu incolpata la sua migliore amica, Janine. Fu proprio Stride a condurre l'indagine e incastrare Janine, anche senza l'arma del delitto. Ora, Serena ha in mano l'oggetto che potrebbe ribaltare la sentenza di nove anni prima. E mentre Stride è alle prese con una serie di rapimenti di donne avvenuti al porto di Duluth, si trova costretto a fare i conti di nuovo con quel caso che ritorna dal passato - e con la possibilità di un terribile errore: e se avesse mandato in prigione la donna sbagliata?
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Anno edizione:2016
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In commercio dal:19 aprile 2016
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Ennesimo grande libro di Brian Freeman, non ha deluso le mie aspettative! Sempre una lettura piacevole e sciolta, che tiene incollati fino al finale. Molto interessanti anche i capitoli in cui si parla di Cindy, moglie defunta di Stride, che nei libri precedenti era vagamente accennata come personaggio sempre presente nei pensieri del detective, ma in questo libro - vagando a ritroso nel tempo - è permesso di conoscerla meglio attraverso alcuni spezzoni di vita quotidiana. Per chi non conosce Brian Freeman ed è amante del genere thriller, consiglio vivamente di leggere i suoi libri partendo da Immoral.
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"Ai morti non dire addio" è un altro bellissimo thriller di Freeman, dedicato alla figura del protagonista Jonathan Stride. Io trovo che i suoi libri sono da leggere assolutamente per gli amanti del genere: in questa ultima indagine si parte da una vicenda del passato di nove anni prima in cui una amica della compianta moglie di Stride viene accusata dell'omicidio del marito e condannata. Tra i ricordi della moglie che non lo abbandonano mai ed una serie di rapimenti di giovani donne, Stride, insieme alla collega Meggie ed alla compagna Serena, cerca di capire se allora fu commesso un errore mandando in prigione un'innocente. In conclusione, menzione speciale per l'umanità dei personaggi che, unita ad un ritmo incalzante, ne fa come sempre una lettura da non perdere. Buona lettura!
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