Recensioni Al Bolshoi col manichino

Al Bolshoi col manichino di Ludovica Radif
Un bacio sopra la Casa Danzante ricapitola, fuori dal tempo, le atmosfere praghesi del precedente racconto della serie del Teatro del Manichino; ma la scena è il Bolshoi di Mosca, dove la sgargiante ballerina, su scarpe azzurro e oro da Cenerentola (p. 58) ricerca nella musica le ali per un'intesa più autentica con l'affascinante Manichino. Ed è in un'improbabile gruccia a pastello rosso e blu di persia, agganciata in SOL sulla partitura del "Mefistofele" di Boito, vibrante in sottofondo, che individua l'accesso a un nuovo linguaggio, di sole, di colori, di note scappate da rigo per divenire parole fluttuanti come sagome di sapone iridescenti. Sullo sfondo dei cori gioiosi e innocenti dei cherubini l'uomo poliglotta le indica uno spessore nuovo per la vita, invitandola a trasformare i bozzetti in origami di sensi ulteriori: "O si piega o non si spiega".)
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