Circondata dallo splendido mare della Sardegna, Paola Ruzzini apre questo breve libro descrivendo il periodo degli Erasmus tanto caro ai neolaureandi: durante una serata di arrivederci agli studenti spagnoli, infatti, Sofia conosce Bea. L’alchimia che si crea tra le due ragazze fa scattare un’immediata scintilla, benché il giorno dopo scompaiano l’una alla vista dell’altra. Passano gli anni, Sofia affronta la malattia di sua madre e la conseguente perdita, senza riuscire a farsene davvero una ragione. Ma un giorno, gli occhi di Bea le tornano in mente: grazie al potere dei social, le due si ritrovano e iniziano a raccontarsi gli ultimi eventi. E così, con la scusa di un cortometraggio da realizzare insieme, anche se in realtà poi non se ne farà nulla, Sofia prende l’aereo e vola al di là del suo mare, quello della Sardegna, diretta a Madrid per raggiungere la ragazza che non ha mai dimenticato. Il libro è breve, ma è la storia a tenerci incollati alle pagine, pur nella sua semplicità. Paola sa come catturare l’attenzione del lettore sviscerando le sensazioni e i pensieri della protagonista, anima inquieta e ferita in cerca di una pace che sembra non trovare. Ma non sarà soltanto Madrid ad accoglierla: sarà l’occasione per capire sé stessa e affrontare tanti mostri interiori, tornerà poi a Granada e viaggerà con lo zaino in spalla e l’anima errante. Paola descrive le città spagnole, con gli occhi della sua protagonista, esattamente per ciò che sono (averle viste con i miei occhi, probabilmente gli stessi della protagonista, ha aiutato i miei ricordi), e poi lascia che le sensazioni vengano fuori da sole. Un bel finale conclude una storia che è un vero e proprio percorso di formazione e perdono e che utilizza il viaggio come eterno splendido mezzo per ritrovare sé stessi.
