Un libro che avevo aspettato a comprare perché non ne avevo letto commenti molto positivi. Si è invece dimostrato più che all'altezza del primo libro della trilogia, L'ultimo lupo mannaro. Come nel precedente, anche in questo Duncan va ben al di là del semplice fantasy. Il romanzo può essere in qualche modo paragonato a Dracula o a Frankenstein. L'attenzione del lettore è certamente attratta dalla lotta messa in campo dalla licantropa Talulla, che è alla disperata ricerca di suo figlio Lorcan, rapitole appena nato da alcuni vampiri. Nel corso della sua ricerca Lula incontrerà amici umani come l'avvenente Walker, ex agente di un'agenzia governativa dedita alla caccia ai licantropi. La protagonista sarà aiutata anche da altri lupi mannari, nonostante fosse convinta che oramai in giro non ve ne fossero più. L'opera si sofferma più volte sul desiderio di dare un senso ad una condizione che spinge dodici giorni all'anno i licantropi a divorare esseri umani pur di sopravvivere. Interessante il tentativo di analizzare la capacità dell'essere umano di contenere il mostro che ha in se. Un'opera avvincente, adatta agli amanti del fantasy che non disdegnano scene forti e raccapriccianti, ma al tempo stesso amano qualche piccola riflessione filosofica
