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Anno edizione: 2012
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Dopo Max e Fang, ecco arrivare il settimo volume di “Maximum Ride” dedicato alla piccola Angel. Nei precedenti volumi si notava nettamente come il titolo sottolineasse l’attenzione rivolta al personaggio nella storia, quindi si presuppone che questo volume segua questa scia. Invece questa linea guida e poco marcata, ma pare pensata sulle lunghe distanze ed ovviamente sul futuro ed ultimo tomo che chiude le avventure dei ragazzi alati. Max è ancora sconvolta dall’addio di Fang e sta lentamente cercando di accettare l’andamento degli eventi. L’arrivo di Jeb e del dottor Hans però non lascia respirare il capo dello stormo, i quali gli raccontano di un altro progetto per lei e Dylan e parlano di altri esperimenti genetici, ma una tragedia sta per sconvolgere nuovamente il gruppo di ragazzi alati. L’inizio balbettante del tomo è seguito da un proseguimento ancor più zoppicante: spesso l’autore sembra perdersi tra diversi spunti, saltando da una situazione all’altra senza concluderne nessuna – o così pare – andando a gettare nel libro tutto ciò che possa piacere al target di riferimento del libro, passando dal ComiCon ai ninja, dai mutanti a strani super-umani, sempre citando prodotti e quant’altro possa essere di richiamo. Ad appesantire il tutto c’è nuovamente la vena sentimentale che spesso finisce con il sovrastare in modo eccessivo e pedante l’intera storia, mentre i buchi narrativi continuano a palesarsi tra una situazione e l’altra. Insomma, nel suo complesso “Angel” appare come un’accozzaglia mal formata di tutti gli elementi che hanno reso la serie famosa mentre quella che dovrebbe essere la protagonista del libro sembra quasi assente. Ma in tutto questo c’è un barlume di speranza che spunta nel finale, dove la solita fiumana d’azione porta ad un colpo di scena che lascia a bocca aperta e spalanca le porte all’ultimo volume della saga. Il Times elogia il libro perché contiene i classici punti di forza della serie, ovvero “velocità, azione e personaggi affascinanti”, peccato che questi siano presenti ma amalgamati in pessimo modo, dando un prodotto ambigua e dalla impalpabile identità editoriale. Complessivamente “Maximum Ride - Angel” può quindi ambire al titolo di peggior libro della serie – se non dell’autore – per via della sua impalpabile essenza narrativa, che salta da una situazione all’altra senza chiuderne nessuna ed evitando diverse spiegazioni, mentre l’eccessivo sentimentalismo finisce con l’occupare troppo spazio nella sconclusionata storia. Il finale tuttavia promette di riprendere alcune delle cose lasciate in sospeso ed è un reale pugno in faccia per la forza con cui si manifesta: solo quest’ultimo – oltre a dare un senso al titolo - salva l’intera lettura grazie alla sua possente presenza, in attesa della conclusione della serie.
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