“Mia moglie si è sparata ieri pomeriggio” James Farrell, io narrante, precisa dopo poche righe e non lascia dubbi: è stato lui ad uccidere la moglie Sarah dopo cinquant’anni di matrimonio. Il perché viene rivelato in un sofferto viaggio a ritroso nel tempo (una piccola stranezza, la storia ha inizio a metà degli anni novanta e si conclude nel 2050) nella Londra bene. ricostruire il passato è doloroso, James deve togliere la maschera che il matrimonio con Sarah gli ha plasmato e portare alla luce errori e meschinità commessi, sensi di colpa che il tempo aveva abilmente coperto. Lui era un giovane musicista talentuoso e con Eric, amico e collega, aveva messo le basi per una brillante carriera mentre Sarah era la cugina di Ella, giovane rampolla inquieta e ribelle. L’amicizia fra James e Eric e il rapporto conflittuale fra le due cugine, fisicamente somiglianti ma divise da gelosie e invidie, trascinano in un thriller psicologico che scava nel profondo dell’animo e della mente umana, e con orrore rivela fin dove può arrivare il desiderio di vendetta e di riscatto. Bugie e tradimenti, vigliaccheria e presunzione: il tempo non è galantuomo e alla fine presenta il conto. Nessuno viene risparmiato, hanno sbagliato tutti
