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Anno edizione: 2022
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Una donna capace di mettere la ricerca della verità prima di tutto.
Naturalmente gli articoli che mi presentano come la pazza di Mosca non mi fanno piacere. Vivere così è orribile. Vorrei un po’ più di comprensione. Ma la cosa più importante è continuare a fare il mio lavoro, raccontare quello che vedo.
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In Russia veniva chiamata la «pazza di Mosca» perché aveva scelto di raccontare ciò che vedeva senza lasciarsi intimidire da minacce o denunce per diffamazione in nome della libertà e della verità. In "Anna Politkovskaja. Reporter per amore", Lucia Tilde Ingrosso adotta l'espediente di ricostruire la vita di questa figura-simbolo di tutti i giornalisti che sono morti per svolgere il proprio lavoro entro una cornice narrativa. Immagina che Giorgio, un cinquantenne affascinante mantovano in crisi con la moglie, incontri per caso Anna a Parigi al cafè Le select, locale storico nel cuore di Montparnasse, e ne resti completamente affascinato. Da quel momento in poi inizierà ad informarsi sulla biografia e il lavoro della Politkovskaja con articoli, documentari e partecipando a convegni ed eventi. Sarà presente in prima fila nel settembre 2005 al Festivaletterature di Mantova per ascoltare dal vivo l'intervento della stessa giornalista russa, venuta in Italia direttamente dalla Cecenia. Giorgio avverte tutto il fascino del suo coraggio di denunciare gli orrori del regime di Putin e della seconda guerra cecena e sogna di instaurare un rapporto confidenziale con quella reporter che avrebbe voluto essere d'aiuto a tutti (donne, uomini, bambini, anziani e soldati) e a cui si sente legato da un segreto inconfessabile. La parte di fiction è congeniata in modo tale da non tradire la verità storica. Attraverso Giorgio e di coloro che hanno conosciuto, interpretato, come Ottavia Piccolo, e amato Anna, veniamo a sapere la storia familiare, personale e poi professionale di questa icona della libertà d'espressione, perché come affermò Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, «con Anna era stato assassinato tutto il giornalismo libero in Russia».
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