Gli anni perduti - Vitaliano Brancati - copertina
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Letteratura: Italia
Gli anni perduti
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Descrizione


Nell’immaginaria città di Natàca (anagramma del nome greco di Catania), la noia regna sovrana e tutti sembrano presi da un’indolenza collettiva. I protagonisti della storia, giovanotti borghesi e intellettuali sfaccendati, passano le loro giornate – che si susseguono uguali l’una all’altra – tra scherzi, relazioni ed espedienti per non tornare alle proprie occupazioni. A porre fine a questo torpore arriva il misterioso professor Buscaino, con una proposta tanto bizzarra quanto dirompente: costruire una torre panoramica nel cuore di Natàca. L’impresa, accolta con grande entusiasmo, coinvolge l’intera città per dieci lunghi anni, ma quando l’inaugurazione dell’edificio è ormai prossima, i natachesi si troveranno di fronte a un’amara sorpresa… Vera e propria autobiografia di una generazione, il romanzo "Gli anni perduti" (apparso a puntate su «Omnibus» tra il 1934 e il 1936, poi pubblicato in volume nel 1941) non è solo un affresco della provincia siciliana: al pari di altre opere contemporanee, infatti – si pensi ad esempio a "Gli indifferenti" di Moravia (1929) –, dà voce a una critica più ampia alla società borghese di quegli anni, prendendo di mira anche il vitalismo più apparente che reale del regime fascista con i suoi rituali. Come osservava lo stesso Brancati in una lettera al suo ex professore di liceo Francesco Guglielmino, Gli anni perduti «è stato scritto in un periodo molto nero della mia vita: di crisi, si direbbe con una brutta parola moderna. Era la prima volta che vedevo tutta la stupidità dell’attivismo e di coloro che, non avendo un serio modo di vivere, trovano, negli attivisti, medici o guide miracolosi».

Dettagli

10 gennaio 2025
248 p., Brossura
9788836821136

Conosci l'autore

Foto di Vitaliano Brancati

Vitaliano Brancati

1907, Pachino (Siracusa)

Scrittore italiano. Compì gli studi a Catania e si trasferì a Roma per svolgervi l'attività letteraria e giornalistica. Suggestioni di problematiche esistenziali e di un già invadente erotismo appaiono nel romanzo "Singolare avventura di viaggio" (1934). In quell'anno Brancati aveva maturato la sua crisi politica che lo portò a ripudiare tutti i suoi scritti giovanili, improntati alla mitologia fascista dell'azione. Tornò a Catania e si dedicò all'insegnamento collaborando nel frattempo al settimanale "Omnibus".La nuova stagione letteraria si era aperta con "Gli anni perduti" (1938). Seguirono i romanzi di successo "Don Giovanni in Sicilia" (1941), "Il bell'Antonio" (1949), l'incompiuto "Paolo il caldo" (postumo, 1954). Ma l'opera di Brancati...

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