Anno 1791. Francia: il crollo di un trono
L’anno 1791, in piena Rivoluzione Francese, vede il progressivo e rapido crollo, almeno morale, della monarchia. Innanzitutto con la fuga a Varennes del re Luigi XVI e il graduale imbavagliamento della chiesa, ma soprattutto il lavoro dell’Assemblea Nazionale proiettata a rimodernare, creando nuove realtà civiche, la Francia: viene introdotta la carta d’identità per ogni cittadino; vengono aboliti i dazi tra città e città; decretata la fine nelle colonie del razzismo fra bianchi e neri (specie quelli liberi); e infine emerge il primo tentativo di affermazione della donna quale cittadina e donna in quanto tale. È un anno importante in cui, come in un vulcano, vecchie e nuove lave si mescolano, si frantumano, si condensano, diluiscono, e dove gli uomini, lasciati in balia a se stessi, sono capaci dei più efferati delitti e dei più sublimi eroismi; torrente che sta ingrossando la rivoluzione, ancora in mano alla borghesia, benché già una nuova forza bussi alla porta della nazione: il sottoproletariato di Santerre, che saranno i comunardi del ’70, i comunisti e socialisti del 1917 e i nipotini del 1968, che De Gaulle sprezzante chiamava i pinçallì. Prefazione di Vincenzo Pardini.
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Anno edizione:2019
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In commercio dal:2 luglio 2019
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