Era il 28 Ottobre del 1976 quando l’avvocata attivista Marta Taboada, madre dell’autrice, veniva sequestrata, torturata, uccisa e sepolta in una fossa comune dai militari fedeli alla dittatura del gen videla divenendo da quel momento una desaparecida fino al settembre del 2010 a seguito del ritrovamento e dell’identificazione dei resti ossei. Aparecida racconta la storia di questa donna coraggiosa la cui presenza irradiata amore nonostante l’assenza. Marta Dillon, allora bambina, dà vita ad un “romanzo” intenso, tra i più significativi deL 2021, quasi impossibile da incasellare, con una scrittura vorticosa ma al tempo stesso composta, raffinata e magnetica dove elementi autobiografici si fondono con tecniche di giornalismo letterario e fiction. Un romanzo tragico, straziante e drammatico ma capace, al tempo stesso di regalare gioia, solenne e struggente in cui l’autrice non cerca mai il rifugio dietro il facile pietismo, privo di retorica ci ricorda l’importanza della memoria di un popolo in cui convergono anche “piccole” storie famigliari. Una lettura indimenticabile e squassante che ti trascina nel buio profondo del dolore con lo scopo di regalarti una carezza fatta di poetici attimi, preludio di quel sentimento senza limiti che chiamiamo Amore. Five-Star Book
Aparecida
È il 30 settembre del 2010 quando Marta Dillon, in Europa con la compagna e il figlio, attraverso una telefonata apprende che l'Équipe Argentina di Antropologia Forense ha determinato l'identità di alcuni resti trovati in una fossa comune. Si tratta delle ossa della madre, l'avvocata e militante Marta Taboada, sequestrata nella sua casa di Moreno, provincia di Buenos Aires, il 28 ottobre del 1976 di fronte ai quattro figli e desaparecida fino a quel momento. È questo il punto di partenza di un testo potente e intimo, la storia della ricerca del corpo di una madre scomparsa e, a trentaquattro anni dal suo sequestro, finalmente aparecida. Come appropriarsi ora di quei pochi resti emersi dall'ombra? Che relazione rimane tra il ricordo di un abbraccio e l'oscurità di uno scheletro scomposto? Ma quelle ossa possono ancora raccontare molto, si mostrano capaci di ingrandire i labirinti della memoria e permettono alla figlia di ricostruire la figura e il carattere di una madre che ha vissuto soprattutto nell'assenza. "Tornando ai fatti, alle parole, ai gesti, ai silenzi di allora, illuminati per sempre dalla violenta falciatura" del corpo della madre, Marta Dillon narra di un ricongiungimento che sa di giustizia, lotta e resistenza, e che rappresenta anche una svolta nel racconto pubblico di quelle vite segnate dalla brutalità durante gli anni bui dell'ultima dittatura argentina.
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Anno edizione:2021
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Michele DAP 10 febbraio 2022
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