Una nave all’orizzonte: è l’ultima possibilità di salvezza per la nobile famiglia Olsufiev, padre, madre e cinque figli, che immersi nelle tenebre che avvolgono il Mar Nero aspettano trepidanti di abbandonare la Russia. Ad attenderli, l’ignoto. Travolti dalla rivoluzione bolscevica che ha detronizzato lo zar, gli Olsufiev hanno perduto gran parte del loro patrimonio e soprattutto la libertà, perché la loro patria si è trasformata in una trappola. Un viaggio verso l’ignoto, dunque; che ha la forma di uno stivale… L’Italia e Firenze sono infatti i luoghi in cui la famiglia medita di trascorrere un esilio che dovrà essere soltanto temporaneo. Perlomeno è quello che si lo augura Olga, moglie e madre, donna fiera e indomita, pronta a tutto per assicurare un futuro alla sua famiglia, disposta a lottare contro scherno, pregiudizi e fragilità per ritrovare l’identità degli Olsufiev, e magari scoprirne una nuova. Perché dovrà essere proprio lei, una senza patria, un’apolide, a conquistarne una nuova per i suoi figli. Saga famigliare e romanzo storico, “L’apolide” è il ritratto della famiglia da cui discende l’autrice, una storia ricostruita minuziosamente tramite i preziosi documenti di famiglia, foto, diari e piccoli cimeli custoditi da zii e cugini. Immaginando suoni e odori, stati d’animo ed emozioni, Alessandra Jatta ci consegna una prospettiva inedita sulla nascita dell’Unione Sovietica, lo sguardo di una famiglia aristocratica che cerca di restare aggrappata allo status perduto. E la bisnonna Olga, donna volitiva e piena di contraddizioni, salta fuori dalle pagine con vividezza portando con sé tutte le debolezze che l’autrice non nasconde, non ultima l’ossessione di conservare l’importanza sociale e culturale goduta in Russia. Se ci sia riuscita oppure no, e soprattutto a che prezzo, sarà ciascun lettore a deciderlo; di certo però la storia degli Olsufiev, le loro passioni e vicissitudini, riescono a lasciare il segno nell’immaginazione.
