Apologia degli ebrei
Documento storico di particolare limpidezza e modernità, questo testo è una testimonianza di quanto la questione ebraica fosse un tema centrale nella cultura e nella politica europea all'alba della Rivoluzione Francese, all'alba cioè di tutto ciò che di "europeo" e di "moderno" riconosciamo al giorno d'oggi. Scritto nel fatidico 1789, come risposta a un'inchiesta accademica, questo testo affronta punto per punto tutti i pregiudizi che nonostante l'Illuminismo, e forse proprio a causa di questo, funestavano a quel tempo le opere e i giorni degli Ebrei di Francia e di altri Stati. Con tono asciutto, ma non privo di pathos e di indignazione, l'autore, un ebreo "illuminato" di origini aschkenazite, mira soprattutto a confutare la giudeofobia di matrice voltairiana, sorta in ambito colto, colpevole di aver trasformato gli ebrei nei capri espiatori della crisi dell'epoca. Ribadendo la necessità della tolleranza reciproca, al fine di vivere felici, anticipando in modo sorprendente quella che sarà la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, Hourwitz lancia una provocazione anche alla condizione attuale, che vede nell'intreccio di culture migranti una delle sue criticità più esposte.
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Anno edizione:2006
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