Apporti etiopici alla cultura araba
Con il termine “giahillìa” vengono comunemente indicati, in Arabia e nel mondo musulmano, i tempi pre-islamici, quelli del paganesimo e dell’ignoranza, della barbarie, anteriori alla “rivelazione”, tempi ignari non solo dei valori religiosi della legge coranica rivelata al mondo, ma anche di quelli civili e sociali più elementari della convivenza umana. Geograficamente, il termine allude, in particolare, all’immensa regione centrale della penisola, quella degli sconfinati altipiani desertici del Neged – denominati Nafud fino al deserto siriaco, a nord, e ar-Ruf al-Khali, a sud – abitati, in temporibus illis, da clan primitivi di beduini nomadi, uniti in genere da vincoli di parentela e di sangue, e retti da regole tribali, lontani ed ignorati dal mondo civile, a loro interessato unicamente come eventuale riserva di mercenari per il controllo delle non rare tentazioni beduine di razzia ai danni delle poche comunità stanziali ai confini meridionali della Persia e di Bisanzio.
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Anno edizione:2099
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In commercio dal:gennaio 2099
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