È difficile parlare di un libro del genere, perché mi sento come un elefante in una cristalleria. Sapevo a cosa andavo incontro quando ho deciso di leggere il libro di Monica, ma non immaginavo tanto amore e tanti fili del destino. Perché la storia di Monica e Alberto era davvero scritta nel destino, sin dal loro primo incontro nel campeggio ai Lidi ferraresi a 16 anni. Ed è proprio Alberto a raccontarci questa storia, anche se a scriverla è stata Monica. Ci restituisce un romanzo scritto con l’inversione dei ruoli, lei, dando voce a suo marito, che voce non ce l’ha più: il destino che li ha messi più volte sulla stessa strada, fino a farli innamorare e sposare, li ha anche divisi per sempre. Non è uno spoiler, non troverete il lieto fine qui dentro, ma tanti sogni e tanti segni che legano Monica e Alberto nonostante la morte. Il dolore devastante che si legge tra le pagine appare inconsolabile, e forse lo è, ma è la speranza che alla fine vince. Non una sbavatura, non un errore, non un refuso. Un libro breve ma intenso, commovente, che dona una luce dove c’è soltanto il buio: Alberto si fa presenza per Monica, la guida. E nonostante gli anni cavi, il messaggio arriva forte e chiaro: vivi, più forte che puoi. Apri gli occhi e guarda i segnali, perché le persone che hai amato non se ne vanno.
