Archeologia della storia. Tra ethos e filosofia

"Archeologia della storia" è forse un titolo "eccessivo" per un solo libro, ma indicativo di un orientamento di pensiero rivolto tanto verso il basso quanto verso l'alto, tanto ad analizzare e distinguere le forme che strutturano e definiscono la storia apparente, quanto a scandagliare le zone arcaiche, nascoste, ritratte che dal profondo la sommuovono. La posta in gioco è di congiungere, tenendole in tensione, storie non solo diverse ma opposte: l'ordine e insieme la polisemia ambigua e inquietante del linguaggio; la logica "realistica", rassicurante del potere, della conoscenza come della morale e insieme l'etica che dal profondo la contrasta - l'etica dei contrari, l'etica delle passioni e dei desideri, della gioia e della felicità e pur del dolore e dell'infelicità, della verità, del bene, del bello, del divino e pure della menzogna, del brutto, del male, della violenza, del "tremendo". Etica come dimora aperta, accogliente tutto e tutti, e insieme erratica, dissociante noi a noi stessi.