Atheismus triumphatus. (Rist. anast. Roma, 1631) - Tommaso Campanella - copertina
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Letteratura: Italia
Atheismus triumphatus. (Rist. anast. Roma, 1631)
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Descrizione


"L'Atheismus triumphatus è un testo enigmatico, il più sofferto di Tommaso Campanella: "uno dei suoi scritti più belli e meno noti", ha osservato Luigi Firpo. Si può aggiungere che, in questo Contra Celsum che si staglia agli albori decisivi della modernità, il filosofo calabrese - di origini umili e forte anche del radicamento in una terra aspra - si impegna a combattere atei, machiavellisti e gli stessi suoi persecutori: ai suoi occhi quasi coalizzati per allontanare ragione e morale dal cristianesimo. Germana Ernst è la studiosa che ha scoperto e pubblicato, nel 2004, la redazione originale - in volgare e autografa - dell'opera: L'ateismo trionfato overo riconoscimento filosofico della religione universale... contra l'antichristianesmo macchiavellesco (e quello che risulta essere come il sottotitolo era in effetti l'autentico titolo dell'opera: Riconoscimento filosofico della religione universale...). Il filosofo di Stilo non poté vedere pubblicato il testo italiano ma, pur tra varie difficoltà, riuscì a far stampare per due volte la successiva redazione latina. L'edizione romana dell'Atheismus triumphatus - apud haeredem Bartholomaei Zannetti, 1630/1631 - è quella cui Campanella attribuiva un valore di riscatto, personale oltre che filosofico." (Dalla Premessa)

Dettagli

1 gennaio 2013
XXXII-220 p., Brossura
9788862275842

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Foto di Tommaso Campanella

Tommaso Campanella

1568, Stilo (RC)

Nato nel 1568 a Stilo, in Calabria, entrò nell’Ordine dei Domenicani. Tra il 1592 e il 1597 fu sottoposto a quattro processi per eresia. Nell’estate del 1599 ordì una sedizione che avrebbe dovuto liberare la Calabria dal dominio spagnolo. Arrestato, torturato, si finse pazzo scampando così alla pena di morte. In carcere, a Napoli, scrisse gran parte delle sue opere. Liberato nel 1626 dagli spagnoli, fu fatto nuovamente imprigionare, per tre anni, dal Nunzio apostolico. Dal 1634 fino alla morte, avvenuta nel 1639, visse a Parigi, godendo i favori di Luigi XIII e di Richelieu.

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