Attendolo Sforza. 1369-1424 da Spoleto all'Aquila, da Napoli a Benevento, vita del condottiero di ventura di Cotignola che diede origine alla casa dei Duchi di Mila - Paolo Giovio,Lodovico Domenichi,Arturo Bascetta - copertina
Attendolo Sforza. 1369-1424 da Spoleto all'Aquila, da Napoli a Benevento, vita del condottiero di ventura di Cotignola che diede origine alla casa dei Duchi di Mila - Paolo Giovio,Lodovico Domenichi,Arturo Bascetta - copertina
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Letteratura: Italia
Attendolo Sforza. 1369-1424 da Spoleto all'Aquila, da Napoli a Benevento, vita del condottiero di ventura di Cotignola che diede origine alla casa dei Duchi di Mila
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Descrizione


Attendolo Sforza, anzi, Giacomuccio alias Muzio detto Sforza, della famiglia degli Attendoli, era rimasto per molti anni a fare il caporale a Cotignola e in altri paesi dell'Emilia. Il suo nuovo lavoro, abbandonata la zappa, divenne quello di saccheggiare ed occupare Terre, essendo spesso al soldo di piccole città per sfamare la nutrita figliolanza e la folta parentela al seguito, tutti provenienti dalla natìa Cotignola. L'ascesa del 'caporale' Sforza cominciò dopo l'occupazione di Roma da parte di Re Ladislao nel 1408 e proseguì con quella di Perugia e L'Aquila, città dove fu ripristinato un Viceré degli Abruzzi soggetto a Napoli. Il sovrano, nominatosi Re d'Italia, forte dell'amicizia con Giacomuzio, portò a termine le scorrerie nell'Umbria prima di morire e lasciare il trono alla Regina Giovanna II che elevò lo Sforza al grado di Gran Contestabile del Regno Partenopeo. Nonostante ciò Attendolo passò al servizio del Papa come Gonfaloniere della Chiesa, fino alla morte nel fiume di Pescara.

Dettagli

1 gennaio 2013
96 p., Brossura
9788888964829

Conosci l'autore

Foto di Paolo Giovio

Paolo Giovio

(Como 1483 - Firenze 1552) erudito italiano. Medico e poeta, dopo aver esercitato la professione a Como e a Milano, viaggiò per l’Europa ed entrò in contatto con famosi personaggi del tempo, raccogliendo un po’ dovunque notizie e documenti. In latino scrisse numerose Vitae di uomini illustri (i Visconti, Alfonso d’Este, Leone X ecc.) pubblicate tra il 1540 e il 1550 ca; gli Elogia clarorum virorum (1546); le Historiae sui temporis (45 libri, 1550-52), che vanno dalla discesa di Carlo VIII in Italia (1494) al 1547. Sono invece in volgare il Comentario de le cose de’ turchi (1535) e il Ragionamento sopra le imprese (postumo, 1560), un arguto trattatello su un genere tipicamente cinquecentesco, appunto le «imprese», ossia le figure con motti degli stemmi nobiliari. Ma la vena più autentica di...

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