"Le avventure della dialettica" è stato definito il "libro maledetto" di Merleau-Ponty. Nulla di strano: si sa che chi precorre i tempi deve attenderne l'arrivo in condizioni scomode, come si sa che i libri maledetti sono spesso precursori. È senz'altro il caso di questo, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1955, i cui approdi - dichiarando finita la credibilità dell'ideologia comunista senza dover neppure attendere, diciotto mesi dopo, la rivolta d'Ungheria e la sua sanguinosa repressione da parte sovietica anticipavano di trentaquattro anni la caduta del muro di Berlino. Ma attenzione: "Le avventure della dialettica" non si limita a precorrere ciò. Più ancora, esso cerca d'impostare i problemi che si sarebbero aperti proprio con la caduta del muro di Berlino, ovvero quei problemi che la fine della credibilità dell'ideologia comunista non cessa di porre a chi, in tale fine, non si convince a leggere la confessione storica dell'insuperabile bontà del sistema capitalistico. Con l'indroduzione di Mauro Carbone.
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Anno edizione:2008
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