Lo consiglio molto, un fatto di cronaca esistito veramente che ti lascia senza parole
L'avversario
Un libro-verità sulla vicenda giudiziaria del pluriassassino Jean-Claude Romand.
"Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L'inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient'altro. Da diciott'anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare. È stato condannato all'ergastolo. Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell'uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un'autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in un'esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato - e turbi, credo, ciascuno di noi." (Emmanuel Carrère)
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Anno edizione:2013
L'avversario
Oggi voglio presentarvi L'avversario di Emmanuel Carrère edito da Adelphi. Questo libro è un romanzo verità costruito su un fatto di cronaca: il 9 gennaio del 1993 Gian Claude Romano uccise brutalmente sua moglie, i suoi due figli e i suoi genitori per poi dar fuoco alla casa dove abitava cercando invano di togliersi la vita. Basteranno pochi giorni di indagini per capire che la vita di quest'uomo reggeva su una grossa bugia: una finta laurea in Medicina, un lavoro inesistente, appropriazione indebita. Per circa 20 anni quest'uomo aveva vissuto una vita di menzogne. La maestria di questo romanzo non sta soltanto nella narrazione dei fatti, ma è nel dialogo che l'autore instaura con l'assassino tentando di analizzarne l'esistenza in chiave socio-psicologica. Consiglio il libro a tutti coloro che hanno amato A sangue freddo di Truman Capote, a tutti coloro che amano i gialli psicologici e a tutti coloro che cercano in un libro un'analisi del male.

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Andrea Rio 20 luglio 2025Interessante
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Simone 14 luglio 2025Un libro dalla parte della follia, della depressione e del dolore.
È chiaro come il riferimento di Carrère nello scrivere questo libro sia Capote con il suo “A sangue freddo” (che vi consiglio di leggere): come lui, lo scrittore si improvvisa giornalista per scrivere un libro che racconta un fatto di cronaca nera particolarmente raccapricciante, a partire da uno scambio epistolare con l’assassino mentre è in carcere. Come Capote, anche Carrère conquista la fiducia del colpevole, Jean-Claude Romand, per il quale è evidente che prova una profonda compassione: egli infatti non subisce il fascino del ‘mostro’, non ne è attratto, né compiace il suo bisogno di esser notato da qualcuno. Ma, come detto, è piuttosto spinto da questa compassione, nata dall’aver avvertito che dietro l’orrore del crimine c’è una personalità straziata: Romand non è un killer a sangue freddo, è un pasticcione, un bugiardo matricolato, un imbroglione, ma anche marito innamorato e padre affettuoso. E, per quanto è innegabile che Carrère senta una sorta di affinità con Romand, non è certo l’impulso omicida che li accomuna, ma una fase della vita in cui domina il dolore. L’avversario è quindi dentro Romand, è lui stesso, il suo doppio: la contraddizione tra l’immagine positiva che propone agli altri (che vuole e cerca di proporre) e la coscienza di essere ben altro, ma non altrettanto degno e positivo; é la paura di deludere gli altri, a cominciare da quelli che ama, che lo porta a mentire e dalla menzogna genera l’orrore. Il male è quindi legato strettamente alla paura e al dolore, ed è una situazione più diffusa di quanto il caso Romand, a suo modo "unico", faccia presumere.
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thomasstammer 12 maggio 20254 stelle
Il magistrare equilibrio che Carrere è riuscito a mantenere durante tutte le circa 170 pagine del libro tra il pietismo e moralismo è la più grande testimonianza della grandezza dello scrittore francese.
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