La bella estate
È una “tripla testimonianza” quella con cui Pavese si aggiudica il premio Strega nel 1950. Non una trilogia ma – come lui stesso scrive nella “scheda editoriale Einaudi n. 94” del novembre del ’49 – tre opere che hanno in comune un “clima morale” e l’ambientazione cittadina, “per quanto sempre la campagna, la nitida e favolosa campagna […] vi sia presente”. Un “elenco di temi non può render giustizia all’unità e pienezza di ciascuno dei tre romanzi”: se in quello di apertura, La bella estate, l’amore di Ginia per Guido segna la fine delle illusioni della giovinezza, nel Diavolo sulle colline l’iniziazione all’età adulta avviene nel contatto con l’universo corrotto dell’alta borghesia, mentre per Clelia, la trentenne protagonista di Tra donne sole, la cocente delusione verso il mondo borghese, vuoto e incapace di accogliere chi non gli appartiene, trova il suo epilogo in una solitudine carica di tragedia. Tre vicende ispirate a stagioni diverse della vita, dunque, ma in cui rimane costante il motivo della scoperta di sé, vissuta in bilico tra entusiasmo e disillusione. A cura di Clara Allasia, Laura Nay e Chiara Tavella. In collaborazione con l’Associazione degli Italianisti. Prefazione di Viola Ardone.
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Anno edizione:2023
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