Belle epoque

Il fisarmonicista Vincent Peirani è indiscutibilmente l’astro nascente del jazz francese degli ultimi anni. Jazz Magazine lo ha nominato Artista dell’anno 2013 e la giuria dell'Académie du Jazz gli ha assegnato l’ambito “Prix Django Reinhardt”. Non è da meno Emilee Parisien, che si sta affermando come uno dei principali interpreti del sassofono soprano in Francia. Dopo aver studiato al College de Jazz di Marciac, Parisien ha vinto nel 2009 il “Prix Frank Ténot” a Les Victoires du Jazz, il “Jazz Primeur” dal Ministero della Cultura francese e un riconoscimento dall’organizzazione di festival AFIJMA, mentre nel 2012, un anno prima Peirani , è stato insignito del “Prix Django Reinhardt”. Peirani e Parisien hanno iniziato a suonare insieme nel quartetto di Daniel Humair e lì hanno scoperto la loro profonda affinità musicale. Da quell’esperienza è nato il desiderio di realizzare un progetto insieme che si concretizza oggi nell’album “Belle Époque”. Entrambi i musicisti, in modo molto personale, elaborano l'eredità dei loro grandi predecessori. In Peirani risuona tutta la grande tradizione della fisarmonica francese da Richard Galliano a Jean-Louis Matinier, mentre Parisien rende continuamente omaggio ai grandi maestri del sassofono soprano: innanzitutto Sideny Bechet, ma anche John Coltrane, Steve Lacy e Wayne Shorter. In un certo senso “Belle Époque” può essere visto come una celebrazione dei grandi giorni in cui la tradizione musicale, a cui Peirani e Parisien appartengono, ha avuto inizio. Ma può anche essere visto come uno slancio verso la nuova epoca così promettente che è appena iniziata; un’epoca in cui la musica jazz supera vecchi confini alla ricerca di libertà e la bellezza; un’epoca di cui questi due musicisti saranno sicuramente protagonisti.