La Bibbia di Dante - Giuseppe Ledda - copertina
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La Bibbia di Dante
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Descrizione


Nella Commedia dantesca la presenza della Bibbia è complessa e pervasiva: sono circa un migliaio le citazioni della Vulgata, direttamente in latino o tradotte in volgare, i riferimenti espliciti o le allusioni a episodi e personaggi delle Scritture. Presente in quasi ogni terzina, la Bibbia arriva a Dante non solo attraverso la lettura diretta ma anche tramite la rielaborazione del testo biblico nell'esegesi, nella predicazione, nella liturgia, nelle molteplici forme della letteratura religiosa medievale. Al riferimento biblico si accompagna molto spesso quello classico, a partire dalla scelta di Virgilio come guida nella prima parte del viaggio, dando vita a un intreccio intertestuale di straordinario interesse.

Dettagli

1 gennaio 2015
114 p.
9788868980634

Valutazioni e recensioni

  • Ely
    Una lettura arricchente

    Questo è un saggio che, pur nella sua brevità, riesce a illuminare con precisione la fitta rete di riferimenti biblici che attraversa la Commedia. La struttura è aneddotica, non pedissequa (non vengono analizzati i canti uno per uno) ma questo non ne compromette la chiarezza: ogni capitolo è una finestra aperta su un episodio, un canto, un’immagine che Dante ha innestato nel suo poema attingendo alla tradizione scritturale. Alcuni riferimenti li conoscevo già; ad esempio, parlando delle prime pagine il Miserere, San Paolo, la discesa di Cristo agli inferi, ma altri mi hanno sorpresa e affascinata: come il legame tra le tre fiere e il profeta Geremia. Questi dettagli non sono semplici curiosità: sono indizi di un impianto simbolico profondo, che Dante ha costruito con una sensibilità da artista e una cultura da teologo. Ledda mostra come la Bibbia non sia solo fonte, ma struttura portante: nel Purgatorio l’Esodo diventa allegoria del cammino dell’anima, nel Paradiso il linguaggio scritturale si intensifica fino a fondersi con l’esperienza mistica. Anche l’identità del poeta viene ridefinita attraverso modelli profetici, in un processo di investitura che trasforma Dante da narratore a veggente. La lettura è agevole, il tono è accessibile, eppure non manca di profondità. È un testo che arricchisce, che invita a rintracciare nella Commedia quelle radici bibliche che Dante, da colto uomo medievale, conosceva bene e da cui ha attinto. Credo sia suggestivo scoprire quanti testi (religiosi e non), quanta cultura ci sia nella Commedia, che man mano pare sempre più una miniera che brilla di tante gemme diverse, brillando anch’essa d’una luce di opera magna e cardinale della nostra cultura.

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