Biccari tra il 1870 e il 1931 ovvero storie di stupri, infanticidi, omicidi ed errori giudiziari. Vol. 3
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L'omicidio è il gesto più efferato e delittuoso che ci possa essere. Ai giorni d'oggi è cambiato proprio nel movente, nelle motivazioni, rispetto al passato. Una volta nell'uccisione si nascondeva una logica, c'era un filo conduttore che copriva motivi personali, spesso economici o di potere, aberranti quanto si vuole, ma comunque seri, pur posti all'interno di una logica criminogena. Oggigiorno accade il contrario, sembra che la futilità, il disprezzo per la vita stessa, l'occasione, i vari paradisi artificiali ovvero il semplice interesse ad un qualcosa di diverso, siano i comuni demarcatori che accompagnano l'atto criminale, come pure sembra che anche i condizionamenti di questa strana società inducano ad uccidere con una ferocia e una crudeltà sempre più inusitata e sempre più crescente. Ma in quegli anni non era così, se si esclude la gelosia e l'abuso di alcol. La serenata poteva scatenare la rissa, con pugni, calci e tumefazioni varie, ma non la morte di un amico, e allora perché quei canoni così standardizzati, in quel particolare tipo di società, non vennero mai indagati?
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Anno edizione:2016
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In commercio dal:1 gennaio 2016
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