Born Horses

La band di Jonathan Donahue ha tirato fuori un capolavoro dopo l’altro, sin dall’esordio del 1991. Ultimamente sembravano avere consumato la loro verve, anche perché il bellissimo disco precedente, era però la rivisitazione di un album degli anni 60. L’ascolto di Born horses ha quindi una marcia in più, quel buon sapore che non ti aspettavi più…sebbene i Mercury rev siano leader indiscussi del chamber-pop!

"Born Horses" è un viaggio spirituale e sensoriale che induce a un pur nobile torpore, lontano anni luce dalle dissonanze corrosive di "Boces" e intenzionalmente più affine al minimalismo di Tony Conrad.

Tornano alla grande i Mercury Rev,band americana attiva da circa 35 anni che spazia dal rock psichedelico fino al cosiddetto "Dream Pop". Il loro capolavoro degli anni 90 "Deserter's Song" resta un punto di riferimento per molti,in questo disco invece mischiano atmosfere soft,quasi easy listening con l'uso sognante della voce narrante,delle tastiere e del Sax in alcuni brani.. Epici,sognanti,malinconici e da sogno: come se Miles Davis suonasse nella colonna sonora di Blade Runner,uno dei migliori album del 2024,imperdibile.