Saru è una giovane donna-medico indiana. Grazie alla sua intelligenza e alla sua tenacia riesce a farsi una carriera nell'ambito della pediatria. Il suo lavoro la soddisfa in pieno nonostante debba prendersi cura anche dei figli e del marito. La sua vita invece sembra essere scandita dal rimorso per non essere riuscita a salvare il fratellino Dhruva, annegato in un pozzo e per aver tagliato i rapporti con la sua famiglia di origine che osteggiava il suo matrimonio con Manu; un matrimonio d'amore, contrariamente alla tradizione indiana che vuole la scelta dello sposo da parte dei genitori della ragazza. L'esistenza di Saru sembra fatta però per l'espiazione... Manu, il marito, è un uomo dalla doppia personalità; normale in apparenza ma violento nei momenti di tenerezza e sensualità coniugali. Il buio della notte è quindi per Saru presagio di intima sofferenza fisica e morale; una sofferenza che pensa le sia toccata per aver lasciato annegare Dhruva e per aver superato il marito nella sfera professionale. Una tale idea dice molto della subordinazione della donna all'uomo nella società indiana che si manifesta a tutti i livelli anche in ambito parentale. Può una sana emancipazione femminile essere causa di violenza? Può una donna rinunciare alle proprie ambizioni solo per non contravvenire a delle convenzioni sociali fondate sulla superiorità del sesso maschile? Sono questi i punti di domanda di Saru e di tutte le donne che sono uscite dai rigidi schemi della società indiana. Ritornata alla casa paterna Saru ricostruisce pezzo per pezzo la sua identità, trovando la forza di affrontare il marito non prima però di affermare con orgoglio il suo impegno nei confronti della professione che esercita e che rende la sua vita degna di essere vissuta: "E adesso non pensava a niente se non alla bambina che doveva aiutare".
Saru, la protagonista, nasconde un inconfessabile segreto: ogni notte viene stuprata dal marito; un "rito" allucinato e agghiacciante che si ripete da anni e che la donna continua a subire in silenzio perché crede di avere molte cose da farsi perdonare: successo professionale, frustrazione del marito poeta fallito, ribellione dalla famiglia e dalle tradizioni, senso di colpa per la morte del fratellino che non riuscì a salvare. Scritto in flashback, questo romanzo è la storia di come Saru ricompone pezzo dopo pezzo la propria identità, finché la sua voce (che non riesce a uscire durante gli stupri) non ritrova corpo e coraggio. Come tutte le protagoniste della Deshpande, Saru è una fuoriuscita: dalle rigide leggi di casta, dal ruolo assegnato alla donna da millenarie tradizioni e usanze. E come tutte non trova appoggio nel marito. Una denuncia della situazione femminile indiana con toni decisamente femministi, pur senza perdere di vista i valori tradizionali del pensiero induista e buddista. Resistere è più rivoluzionario che fuggire, sembra far dire la scrittrice alla sua eroina. Shashi Deshpande è una delle voci più importanti della letteratura angloindiana contemporanea.
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Titolo: Il buio non nasconde paureAutore: Deshpande, ShashiEditore: E/OAnno: 2009Libro in brossura. Usato tenuto bene.
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ROSSELLA MURATORE 14 ottobre 2009
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