Libro ipnotico, che riesce a creare atmosfere inquietanti e sospese. Una scrittura densa e preziosa, personaggi ben definiti. La storia appartiene a un ciclo dello scrittore, con luoghi e personaggi che tornano in altre storie. Questa è la migliore, a metà fra Camus e Kafka.
Il cantiere
Con una scrittura magistrale, fatta di netti sostantivi e aggettivi disarmanti, Il cantiere è forse il tassello più compiuto dell’assurda comédie humaine costruita da Onetti: un romanzo attuale a sessant’anni dalla sua pubblicazione, e una porta d’accesso privilegiata all’universo onettiano che, sulla scia maestra di Faulkner e Céline, si fonda su un microcosmo asfissiante e perfetto: Santa María.
Cinque anni dopo esserne stato esiliato con disonore, Larsen fa ritorno a Santa María con un piano ben preciso: intraprendere un serrato quanto patetico corteggiamento di Angélica Inés - la figlia di Petrus, potente signorotto locale -, e al contempo farsi assumere da questi come capo del cantiere navale di sua proprietà. Scoprirà ben presto che il cantiere è solo un cadente involucro al centro di un deserto, dove nulla accade da anni. Un nulla di cui però Larsen, antieroe per eccellenza e personaggio indimenticabile, diventerà l'irreprensibile Direttore Generale, autoproclamandosi sovrano di un regno in decadenza fatto di vecchie carte impolverate e rottami venduti illegalmente per pochi spiccioli. Prefazione Edoardo Albinati.-
Autore:
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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giampaolo74 28 aprile 2023Un Camus sudamericano
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Claudio Scazza 30 maggio 2020
Lettura lenta, la trama tarda ad agganciare, lo fa quando i personaggi cominciano a muoversi, non solo nello spazio, anche emotivamente. La scrittura è ricercata, inusuale, ma la narrazione è lineare, tuttavia la dinamica del racconto inspiegabile, illogica: il comportamento umano è quello che è, una coazione a ripetere senza motivazioni plausibili. L'ambiente è di immenso squallore, grigiore, tristezza, solitudine, impregnato di freddo, vento, umidità. Le relazioni sono rarefatte, le ambizioni così modeste da non poter nemmeno essere deluse, ci si rinuncia. Quel che tiene vive le persone, finchè regge, è un sogno, così irrealistico da essere una specie di delirio. Il romanzo è chiuso in sè, è una bolla da cui la società, la storia, il tempo sono lasciati fuori. Qualche paragone possibile con Faulkner, ma manca l'epos di Faulkner; qualche richiamo ad Alvaro Mutis, alle sue navi carcasse.
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