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Giovacchino Limberti (1821-1874), condiscepolo di Cesare Guasti nel Collegio Cicognini prima di affrontare gli studi nel Seminario Vescovile di Prato, è l'interlocutore scelto dal paziente curatore dei Carteggi guastiani per questo VIII volume della Collana; un interlocutore che, essendo uno dei pochi intimi del Guasti sin dall'età giovanile, offre, meglio di tanti altri, la possibilità di scandagliare i sentimenti e le aspirazioni di due giovani avidi di cultura e di sapere, in quel mondo circoscritto che era la loro città natale, Prato, nella prima metà del secolo scorso.
La Provvidenza indirizzerà Cesare e Giovacchino su due strade diverse ma spiritualmente concomitanti, facendoli assurgere a posti di grande responsabilità: il Guasti sarà Soprintendente agli Archivi della Toscana e direttore dell'Archivio di Stato fiorentino; il Limberti, a appena 36 anni, sarà elevato alla cattedra episcopale fiorentina, successore di un Zenobi e di un Antonino Pierozzi, in tempi (tra il 1857 e il 1874) quanto mai difficili per i rapporti tra la Chiesa e il nuovo Stato unitario. Il carteggio ha scarsi cenni a quel periodo travagliato di storia fiorentina e italiana; ma il De Feo ha colmato la lacuna, determinata dalla vicinanza di abitazione dei due corrispondenti, ricavando una vera messe di notizie e di documenti, utilissimi a una conoscenza più approfondita del comportamento del giovane Arcivescovo e della sua spiritualità, dalla consultazione delle Carte Limberti conservate nell'Archivio della Curia Arcivescovile di Firenze.
L'ampia documentazione raccolta nella lunga introduzione, e l'apparato critico consueto ai Carteggi, danno ragione di questo nuovo volume e della preziosità delle fonti, quasi tutte inedite, che sono state utilizzate.
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