Violinista e compositore. Studiò forse con P. Tartini; operò a Vienna, a Dresda, alla corte di Stoccarda (dove divenne nel 1763 primo violino dell'orchestra diretta da N. Jommelli), a Braunschweig e, dal 1769, a Firenze come direttore della cappella granducale. Fu ritenuto il maggiore violinista italiano del tempo. Tranne che nei 6 Quartetti (1782 ca), in cui affiorano caratteri mozartiani, come compositore N. si attenne ai modelli formali del primo Settecento: suddivisione in tre movimenti (adagio, allegro, allegro) e uso del basso continuo nelle sonate per violino; netta separazione fra parti del «tutti» e parti del «solo» nei 6 concerti con violino principale (op. 1, 1770 ca). Dal punto di vista espressivo, invece, egli aderì pienamente alla poetica dell'illuminismo, che vedeva nella melodia e nella bellezza del suono, vocale e strumentale, gli elementi primari della musica.