Cecco che volava

Ho trovato bellissimo questo romanzo, in cui si passa dalla realtà al sogno e viceversa con naturalezza, senza che ci sia un confine netto fra le due dimensioni, con la sorpresa di chiedersi se siamo nel sogno o nella realtà, e anzi se vi sia veramente una distinzione fra i due. Uno degli episodi che mi è piaciuto di più è quando, nella seconda parte del romanzo, "La città", i due protagonisti compiono dei viaggi che sono, per loro e per il lettore, anche e soprattutto viaggi alla scoperta dei loro temperamenti, così diversi eppure complementari. I loro moti dell'animo sono descritti in ogni singolo pensiero: ad esempio, mentre non sappiamo il nome del museo che i due protagonisti vanno a visitare, né qual è il quadro su cui si soffermano, ciò che è importante è il rapporto fra i due personaggi mentre osservano il dipinto, le loro scelte e i loro differenti modi di vedere la realtà. Attraverso questa e altre vicissitudini, vengono esplorati i vari rapporti presenti nelle vicende umane e i diversi ambiti in cui queste si svolgono: i rapporti fra coppie, fra padre e figlio, amici e colleghi, nella vita di città e di campagna, nel lavoro, in vacanza, e in un'imprevista avventura. I fatti sono descritti con grande precisione e ricchezza di dettagli: anche azioni semplici ed elementi della vita quotidiana rivelano un insospettato numero di particolari interessanti, con un realismo che accompagna anche la descrizione di eventi fantastici come il volo di Cecco. Ne consiglio molto la lettura!