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Mi è sempre piaciuto pensare che gli scultori non creino le statue, ma si limitino a vederle dentro al blocco di marmo grezzo che si trovano davanti. E poi le liberino dal marmo in eccesso. Secondo me lo stesso vale per certi libri che non sono stati scritti dall’autore perché già esistevano ancor prima della nascita dell’uomo, ma che sono stati riportati alla luce come un antico reperto. O come una formula che ha sempre regolato le cose della Natura prima ancora che gli uomini la scoprissero. “Cent’anni di solitudine” è qualcosa di più dell’opera di un singolo uomo; sembra contenere la saggezza di un popolo intero. E’ una Iliade sudamericana, una Odissea colombiana, cioè un libro che racconta un’antica civiltà attraverso la mitologia e la leggenda che non è solo uno sfogo della fantasia ma è metafora e simbolo di qualcosa di più arcano e profondo. Non so esattamente cosa lo renda magico. Forse il linguaggio e lo stile che ci fanno entrare nella rigogliosa foresta pluviale della fantasia umana dove ogni parola è un fiore coloratissimo e ogni paragrafo è una specie vivente mai vista prima? Forse l’amore per la vita in tutte le sue forme, compresa quella estrema della morte che prelude ad un'altra vita? Boh, non so spiegarmelo. E non mi importa.
Straordinaria epopea genealogica che percorre la metamorfosi di una dinastia familiare distesa su un intero secolo. Meglio mettersi in uno stato d'animo di assoluto relax per intraprendere l'avventura della sua lettura: da leggere qualche pagina ogni giorno, senza interruzioni di settimane o mesi, altrimenti serve ripartie da zero per riprendere il filo e immergersi nuovamente nell'atmosfera (tanti personaggi e vicende). Scritto da un assoluto genio ispirato; la cura dei dettagli, la costruzione della storia e i continui rimandi a elementi narrativi precedenti della stessa storia ti tengono ipnoticamente connesso con un filo conduttore che si consolida e aumenta lo spessore pagina dopo pagina... grazie!
Un libro tra i più belli mai letti. Un’opera avvincente e di uno stile inimitabile. La realtà che si mescola alla magia; il confine con il reale scompare e fa da struttura portante a tutta la storia. Una famiglia messa alla prova da gioie e dolori, superstizioni, morti e vivi ma anche da inaspettati miracoli. Una generazione che man mano che scorre il tempo si ramifica in un ripetersi di nomi e situazioni. L’amore, che come un fiume in piena tocca incessantemente le sue sponde, è un filo conduttore tra i rapporti della famiglia Buendía.
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