Chi si ricorda di Yngve Frej - Stig Claesson - copertina
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Letteratura: Svezia
Chi si ricorda di Yngve Frej
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Descrizione


«Rimarremo qui come ruderi del passato»: è questa la sensazione che hanno i quattro vecchi che vivono a Braten, un gruppetto di case sperdute nella foresta svedese, ultima isola abitata nel progressivo spopolamento della regione. E per ironica protesta contro un mondo che non sa pià cosa farsene di loro, in cui non hanno più un ruolo e di cui non capiscono più granché, decidono di scrivere «Ruderi» sulla freccia che indica il sentiero per la loro fattoria, ben lontani dall'immaginare le conseguenze di quello scherzo in cui si sono inconsapevolmente lanciati e che li spingerà a prendere amabilmente in giro i turisti a caccia di antichità arrivati improvvisamente a sconvolgere la loro estate. È la fine di un mondo il tema del romanzo, non un mondo guardato con la beota nostalgia di chi, come dice uno dei protagonisti, della sua durezza «non sa strettamente niente», ma con quella consapevolezza che grava sulla nostra coscienza collettiva dell'eccessivo prezzo umano che viene pagato all'avanzare della modernità, della razionalizzazione economica, del progresso. La vendita dell'anima, in cambio della televisione. Con la scomparsa di quell'ultima generazione di piccoli artigiani e coltivatori, spariranno i valori incarnati dai vecchi: il radicamento alla terra, il perpetuarsi delle tradizioni, i riti collettivi legati al lavoro, un'obbligata solidarietà, modi e ritmi più naturali del vivere. Ma il mondo non fa che cambiare, si muove, si agita, ha fretta, ed è destino della vecchiaia, con i suoi gesti lenti, la sua fatica, i suoi dialoghi ripetitivi, rimanerne fuori. I vecchi di Braten lo sanno, ma la loro contestazione, libertaria e perdente, è proprio quella di non adeguarsi, di accettare di rimanere come sono, "ruderi" di un passato che noi abbiamo perduto.

Dettagli

26 marzo 1993
184 p., Brossura
9788870910353

Valutazioni e recensioni

  • LuigiAmendola
    Il nostro tempo «concatenato»

    Yngve Frej è nato nel 1799 ed è morto a 104 anni nel 1903: non è un personaggio di questa vicenda, ma solo un ricordo degli attempati protagonisti che vivono vicini alla sua vecchia capanna, di cui non restano che le pietre del basamento. Costoro sono nati sul finire dell''800 e ricordano il vecchissimo Yngve nella loro prima giovinezza. Sulla soglia dei settanta, cominciano a sentire di non saper stare al passo con quel mondo che avanza, dove le strade e i mezzi rendono possibili collegamenti un tempo impensabili. Le vacanze, ormai alla portata di tutti, si possono fare anche verso mète «esotiche»; eppure, quel loro piccolo lembo continua a rimanere isolato dal resto, forse volutamente. E così, un giorno, uno di loro per scherzo dice che sono dei «ruderi» e si decide di segnalarlo con un cartello sulla strada principale. Grande sarà la loro sorpresa quando dei turisti si presenteranno lì per vederli, quei ruderi. I «vecchi» staranno al gioco, mostreranno i resti della capanna di quello che diverrà ora l'ipotetico guerriero vichingo Yngve. Il loro microcosmo si aprirà volentieri a queste incursioni esterne, ma sempre con la consapevolezza che si tratta di un «divertissement», un canto del cigno della loro accogliente dimensione. Una piccola opera dai toni dimessi, crepuscolari come il mondo che racconta. Assai poetica la visione di un tempo umano, personale, concatenato a quello altrui: come i protagonisti, ormai negli anni '60, possono dire di aver conosciuto una persona nata addirittura nel '700, cosa avrebbe, allo stesso modo, potuto dire Yngve? Cosa i suoi antenati? Rientriamo tutti in un circolo onnicomprensivo, dove l'impronta di ognuno resta ai posteri nel bene e nel male. Non manca una vena ambientalista nonostante il romanzo sia del 1968. Questa tematica ora estremamente attuale della nostra impronta sul futuro dei posteri anima l'interessante saggio «Il tempo e l'acqua» dello scrittore islandese Andri Snær Magnason.

  • LuigiAmendola
    Romanzo bucolico dal Nord

    I vecchi protagonisti del racconto si trovano isolati nel loro mondo, che progressivamente è sempre più isolato dal resto, fino a che per un malinteso qualche turista capita dalle loro parti.

Conosci l'autore

Foto di Stig Claesson

Stig Claesson

1928, Stockholm

Stig Claesson (Stoccolma 1928-2008) dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti, ha iniziato la sua carriera artistica come disegnatore, come rivela la particolare qualità visiva della sua scrittura, e quella letteraria con resoconti dei suoi numerosi viaggi. È uno degli scrittori più amati dagli svedesi, che lo chiamano familiarmente "Slas", proprio perché ne sa interpretare l'indole più intima. È alla Svezia, infatti, che ha dedicato la maggior parte della trentina di romanzi, racconti e saggi pubblicati, quella Svezia che meglio conosce e a cui è atavicamente legato, il mondo di Chi si ricorda di Yngve Frej (1968), che l'ha portato al successo internazionale.

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