Tra le prime opere di C.C., scritta con stile ottocentesco e non immune da alcuni difetti di punteggiatura (nonostante l’autore, nell’edizione del ’71, l’abbia rivista e corretta), narra della tormentata figura di don Ardito, prete anomalo tacciato di comunismo e, sul finire, di collaborare sia coi partigiani sia coi tedeschi. Figura ambigua quella di don Ardito, che il lettore difficilmente potrà, al pari dei suoi più o meno fedeli, amare, tanto contraddittoria quanto possente, a patto di non porsi troppe domande, o di porsele ma senza la pretesa di avere facili risposte ché già la religione cattolica è imperniata sul senso di colpa, in più il protagonista aggiunge un forte senso di colpa propria, di irrisolta insoddisfazione che lo porta ad autoflagellarsi sia fisicamente sia moralmente, tutto teso alla scoperta del significato vero e ultimo dell’amore. Nonostante alcuni passi altrettanto tormentanti, poco chiari e come ricurvi su sé stessi, il romanzo non lascia indifferenti. Certo non è scritto con la scrittura (ahinoi) piatta, da compitino in classe grammaticalmente corretto per carità, che oggi va per la maggiore, comunque priva dell’energia che invece qui trapela, una verve che stupisce e lascia il segno.
Il cielo e la terra
Scritto a Firenze fra il 1948 e il 1949, e pubblicato da Vallecchi nel 1950, "Il cielo e la terra" dimostra una preoccupazione metafisica che fece evocare i nomi di Kierkegaard, Léon Bloy, Bernanos. Ma sbaglierebbe chi volesse rinchiudere questa opera (e tutto ciò che l'autore ha scritto) dentro confini troppo definiti. La storia di don Ardito Piccardi, destinata a continuare in un romanzo successivo, "La pietra bianca", è soprattutto un'esplorazione notturna nel cuore dell'uomo, attraversato da forze più grandi di lui, di cui a volte è il docile strumento, e più spesso lo sconvolto e smarrito ribelle. Episodi come quello della ragazzetta indemoniata o dell'allucinante «sfida di Dio» sulla pianura coperta di neve, e personaggi inquieti e drammatici come il giovane omosessuale suicida, l'editore Giuliano Fanti, o il capitano tedesco, fanno di questa vicenda un romanzo appassionante e profondo che ha superato la prova del tempo e che si può considerare un classico della nostra letteratura.
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Anno edizione:2020
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