Il cinema di Peter Weir
Il testo affronta l'analisi dei dodici lungometraggi finora diretti da Peter Weir nell'intento di dimostrare come il suo lavoro sia unito non solo da uno stile unico e accattivante, ma anche da una continuità di temi e figure che attraversano, come una sottile linea rossa, tutte le sue opere. Weir è un regista eclettico che ama attingere a diverse fonti, cambiare i generi di riferimento da film a film e spesso anche nel medesimo film, attuando quella che oggi viene da tutti chiamata la contaminazione di generi: attraverso di essa prima reinventa il cinema australiano, che negli Anni Settanta tenta di rinascere dalle ceneri di un passato glorioso, poi apporta una ventata di freschezza al cinema hollywoodiano, sempre più in cerca di storie da raccontare ma sempre meno capace di trovarle. Ne esce il ritratto di un uomo, come i suoi personaggi, diviso tra diverse culture e diverse realtà: l'Australia, sua terra d'origine, e l'Europa, la patria dei suoi antenati; l'Australia, suo abituale luogo di residenza, e gli Stati Uniti d'America, dove ormai lavora da anni; infine, sul piano più strettamente professionale, la dimensione di una ricerca autorale di storie da raccontare e la realtà del box office.
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Anno edizione:2002
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