Secondo capitolo per l'eccellente trio di Fred Frith con Jason Hoopes (basso) e Jordan Glenn (batteria) Ancor più che nel primo album, Frith riesce nell'impresa di superamento del classico suono Avant-Rock, chitarra, basso e batteria, formula di cui per altro ne è stato uno dei maggiori capostipiti. Il trio sorprende per la capacità di produrre un'ampissima tessitura timbrica fatta di sonorità ricercate e allo stesso tempo fortemente comunicative. L'inconfondibile chitarra di Frith traccia paesaggi ambientali di rara bellezza, mentre basso e batteria dispiegano terreni percussivi originali e sempre cangianti. Musica futuribile imbevuta di tutta l'esperienza e la storia percorsa dal grande chitarrista.
Il mood scuro e pulsante della musica, lo straordinario controllo delle dinamiche e della pregnanza timbrica, la capacità – pur all’interno di temi che non superano mai i 7 minuti – di generare una serie di architetture necessarie quanto inattese, fa del disco una vera meraviglia in cui perdersi, una sorta di dub informale e decostruito che reca con sé brandelli di storie irresistibili. (Enrico Bettinello - Il Giornale della Musica))