Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino - James Hillman - copertina
Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino - James Hillman - copertina
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Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino
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Descrizione


"Per decifrare il codice dell'anima e capire il carattere, la vocazione, il destino, nel suo best seller Hillman si ispira al mito platonico di Er: l'anima di ciascuno di noi sceglie un "compagno segreto" (daimon lo chiamavano i greci, genius i latini, angelo custode i cristiani). Sarà lui a guidarci nel cammino terreno. Eminenti modelli sfilano sotto l'occhio stregonesco di Hillman ... Il suo set è affollatissimo. Judy Garland, Joséphine Baker, Woody Allen, Quentin Tarantino, Hannah Arendt, Manuel Manolete, Henry Kissinger, Richard Nixon, Truman Capote, Gandhi, Yehudi Menuhin, Elias Canetti e tanti altri, con le loro storie d'infanzia e maturità abilmente sezionate dal bisturi analitico, testimoniano apoteosi e disastri. Ma nell'età della psicopatia il ruolo del protagonista spetta a Hitler: il suo demone gli ha cucito addosso la divisa di un prototipo, il criminale dei tempi moderni. Forse di tutti i tempi." (Enzo Golino)

Dettagli

Tascabile
18 marzo 2009
416 p., Brossura
The soul's code
9788845923630

Valutazioni e recensioni

  • Ludovico D’Amico
    Hillman

    Divenuto ormai un classico, ha superato i confini della psicologia ed é diventato un libro per tutti. Parla della ghianda che c’é in ciascuno di noi, ció che ci caratterizza e che siamo chiamati a sviluppare e portare a compimento. Ognuno di noi ha il proprio daimon come dicevano gli antichi greci, un’immagine interna che deve essere realizzata.

  • Valentina
    Tra mitologia e pseudopsicologia

    Acquistato quasi impulsivamente, basandomi sulle recensioni che lo consigliavano come lettura base della psicologia, mi sono ritrovata con un testo che poco ha a che fare con la psicologia. Hillman sviluppa la sua teoria sul dàimon, un'entità che preesiste alla nostra nascita e sceglie il corpo in cui prendere forma. Se represso, il dàimon si manifesta in comportamenti socialmente e moralmente inaccettabili, come nel caso di personaggi come Dahmer, che, non riuscendo a esprimere il proprio dàimon, si sono indirizzati verso atti criminosi. Hillman utilizza questi esempi per dimostrare che, se avessero accolto e dato valore al loro dàimon, avrebbero realizzato il proprio potenziale. Il concetto centrale di Hillman si basa sulla teoria della ghianda, secondo cui ogni individuo nasce con un potenziale innato, come la ghianda che contiene già la promessa della quercia. L'autore sostiene che il destino di ciascuno è inscritto fin dalla nascita e il compito della vita sia realizzare questa vocazione. Tuttavia, questa visione si discosta dalle teorie psicologiche tradizionali che affermano che la personalità si sviluppi in base al contesto in cui si cresce. L'approccio di Hillman mi è parso controverso, soprattutto quando suggerisce che la repressione del dàimon possa giustificare comportamenti devianti. Sebbene riconosca che la mancata espressione del proprio essere possa portare a distorsioni psicologiche, non credo che ciò possa giustificare atrocità come genocidi o crimini. L'uomo è dotato di raziocinio e le sue azioni sono il risultato di una psiche complessa e delle influenze ambientali, un aspetto che non può essere semplificato dalla teoria della ghianda o dal dàimon. In conclusione, purtroppo, la teoria di Hillman risulta troppo semplicistica e pericolosamente giustificatoria in alcuni casi. Il libro ha valore principalmente per la scrittura impeccabile, ma la teoria esposta non mi ha convinta appieno.

  • Cursor mundi

    Trovo illuminante Jung di cui Hillman fu discepolo e molte delle intuizioni ed elaborazioni di Hillman stesso. Questa cosa del Daimon, un po’ demiurgo ed un po’ angelo custode, però proprio non mi convince; trovo che sia un concetto molto forzato ed assai poco convincente. Metto 3 stelle perché lo trovo, comunque, un libro ricco di spunti interessanti anche se penso che i numerosi esempi di personalità eccezionali citati non vadano oltre i singoli casi esistenziali di quelle persone.

Conosci l'autore

Foto di James Hillman

James Hillman

1926, Atlantic City

La sua attività pubblica abbraccia un periodo di trentacinque anni, dal 1960 al 1995. Dal 1952 al 1953 ha vissuto in India. Poi a Zurigo, divenendo allievo di Jung.  Subito dopo la laurea al Trinity College di Dublino, aveva iniziato a portare avanti terapie di impronta junghiana già nel 1959, quando è stato nominato Director of Studies del C. G. Jung Institute, dove è rimasto sino al 1969, quando abbandona per una profonda crisi che gli fa rivedere interamente il modo di fare terapia. Nel frattempo nel 1960 aveva pubblicato a Londra il suo primo best-seller scientifico "Emotion: a comprehensive phenomenology of Theories and Their Meanings for Therapy". Nel 1970, diventato direttore delle Spring Pubblications ha lanciato una nuova scuola di indirizzo junghiano...

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