La storia tutta al femminile del patriarcato degli anni venti che porta Sabedda, Nardina, Gna Bastiana e Silviuccia negli anni sessanta di una Sicilia che profuma di zagare. Donne alla ricerca di un riscatto sociale, tese a realizzare i loro sogni. Gli uomini e la vita però le costringeranno a scelte dolorose e difficili, non volute, ma dovute. “Io dell'arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male”. Le prime pagine le ho trovate poco scorrevoli anche per il troppo siciliano. Forse, se avessi letto la nota finale (pagina 437/439) sarebbe stato più agevole.
Come l'arancio amaro
Libro vincitore del Premio Bancarella 2025
Come l'arancio amaro, con i suoi frutti asperrimi, è l'arbusto più fecondo su cui innestare i dolcissimi sanguinelli, così questo libro mette in scena il dramma eterno del corpo femminile sottomesso, usato, colpevolizzato eppure portatore dell'immenso potere di sedurre e di generare.
«Carlotta mia, io dell'arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo ed è quello della libertà.»
«Come l’arancio amaro è un romanzo che inneggia alla resilienza e al riscatto del corpo femminile sottomesso, abusato, eppure portatore di un immenso potere: quello di generare.» - Il Messaggero
Agrigento, 1960. Carlotta ha trentasei anni ed è convinta che nessuna persona amata possa rimanerle vicino: suo padre è morto la notte in cui lei nasceva, la sua adorata bambinaia se n'è andata quando lei era piccola e sua madre è sempre stata simile a un'algida istitutrice. Cresciuta durante il Ventennio e la guerra in una Sicilia dove da sempre tutto cambia per rimanere immutato, Carlotta ha imparato che il solo modo per non soffrire è annoiarsi con pazienza. Così, dopo gli studi di legge, anziché lottare per diventare avvocato si è rinchiusa a lavorare all'Archivio notarile. Ma il destino ci insegue anche se noi ci nascondiamo: è proprio uno dei polverosi documenti dell'Archivio a rivelarle la terribile accusa rivolta da sua nonna paterna a sua madre, di non averla partorita ma comprata. Carlotta comincia un'indagine che la porterà a scoprire le radici della rabbia e della sete che per tanti anni ha cercato di mettere a tacere. Sarraca (Agrigento), 1924. È inutile essere giovane e piena di progetti, se sei nata nel tempo sbagliato. Mentre da Roma scende l'onda nera del fascismo, la diafana Nardina sposa il nobile Carlo Cangialosi ma non riesce a rimanere incinta, e questa colpa si allunga su di lei come un'ombra. E la bellissima e selvatica Sabedda, umile serva, si trova in grembo un figlio che non potrà sfamare. I percorsi di queste due ragazze si intrecceranno grazie al piano scellerato ordito da Bastiana, madre di Nardina, e dal campiere don Calogero, in odore di mafia. Milena Palminteri esordisce con un romanzo generoso, sostenuto da una lingua ricca di sfumature, popolato di personaggi memorabili per la dolente fierezza con cui abbracciano i propri destini.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Vale 13 luglio 2025Piacevole e tutto da scoprire fino alla fine
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francesca 13 luglio 2025finale perfetto
Romanzo all’inizio leggermente faticoso da leggere, personalmente ho avuto difficoltà a ricordare le parentele e i personaggi, ma poi l’ho adorato. Racconta, in due storie parallele di Carlotta, una bambina neonata ceduta da una madre povera a una famiglia ricca e della ricerca delle proprie origini di Carlotta ormai donna; racconta dello zù Pippino, al corrente di tutto, ma che mai parlò, dell’emancipazione della donna nella Sicilia degli anni Sessanta… il finale poi è davvero perfetto!
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Manu95 04 luglio 2025interessante
La storia narra di una giovane ragazza che copre la verità sulla propria famiglia. Ambientata nella Sicilia degli anni '20 e '60. Un bel libro anche se in alcune parti le frasi non erano del tutto comprensibili.
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