Conchiglie di sogni dal carcere della nostalgia
"La poesia si pone in essere come sintesi dell'anima, voce del cuore, forma di esorcismo spirituale che consente di psicanalizzare il proprio io, talvolta smarrito, e di cancellare, o quantomeno isolare, le schegge dell'anima, quali ferite non ancora rimarginate. Scrivere poesie significa guardarsi dentro, con lo scopo anche di diventare persone migliori per sé e per gli altri. Penso si scriva quanto si sta male, perché è in quelle occasioni che urge far luce dentro di sé, per poi condividere con i lettori le emozioni e i sentimenti provati. Noi tutti abbiamo delle conchiglie di sogni, in attesa di realizzarsi, ma solo se non si resta prigionieri troppo nel carcere della nostalgia che vorrebbe rendere il passato eterno presente. Le poesie che leggerete costituiscono il riepilogo di 35 anni di vita e possono riflettere lo spaccato esistenziale di ognuno di noi".
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Anno edizione:2015
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