Pubblicato nel 1973, "Crash" raccoglieva i timori e le ipotesi sociologiche di allora sul rapporto uomo-macchina. L'automobile veniva vista come passaggio da un'epoca di unicità del corpo umano a un'altra in cui non sarebbe mai più stato senza protesi. Ballard non ha fatto altro che rendere concreta questa ipotesi, trasformandola nella perversione di Vaughan. L'auto per Vaughan è il mezzo che gli permette di sviluppare le sue psicopatologie più invisibili. È un sogno fatto di sesso, carne e metallo. Gli attributi dell'auto sono l'estrinsecazione di pulsioni che non avevano ancora un linguaggio per essere descritte. Il fine del protagonista, dopo aver percorso tappe di avvicinamento con la macchina, è avere uno scontro frontale con Elisabeth Taylor.
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